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lunedì 12 gennaio 2015

Chains and Broken Dreams

POV Will

Gli uccellini cinguettano spensierati sugli alberi mossi dal vento primaverile, che porta con sé un sussurro da pochi udibile e alcuni petali rosa, come quelli dei ciliegi giapponesi. Il sole batte lieve sulle nostre pelli ancora bianche, mentre nell'aria si espande un profumo dolciastro e floreale.

L'insieme è molto romantico e la mano di Hope è calda nella mia, ma il mio cuore rifugge da tutto ciò e la mente insegue le immagini di qualcuno che al momento non è qui.

Mentre camminiamo per il parco, rifletto; la libertà a cui aspiro non prevede anche quella del cuore, il quale si ritrova incatenato ed eternamente diviso a metà, sospeso fra il cadere nell'oblio dell'amore "giusto" e di quello "sbagliato". Ad ogni tentennamento su cosa dovrei fare, chi dovrei scegliere, stringo la mano di Hope.

Ella mi guarda di sottecchi, le gote spruzzate di lentiggini arrossate. Fingo di non percepire il suo sguardo timido ed innamorato su di me, anche se qualche volta le lancio giusto un'occhiatina che le fa immediatamente distogliere lo sguardo.

- Be'... e con il tuo coinquilino come va? - mi chiede dopo un po', cercando di rompere il silenzio carico di imbarazzo e disagio che grava su di noi.

Sussulto, e mi passo la mano libera su una coscia.

- B-bene... - rispondo evitando i suoi occhi verdi. Non bastava che lui fosse perennemente nei miei pensieri, ora deve pure tirarlo in ballo lei.

Sospiro brevemente e cerco di rilassarmi, ottenendo solo uno scioglimento dei muscoli tesi ma non placando né il cuore né la mente, che in tumulto paiono voler scatenare l'ennesima guerra per decidere chi l'avrà vinta.

- Tutto okay, Will? - mi guarda ansiosamente e io in risposta scrollo il capo, inspirando profondamente.

- No, scusa. Pensavo che chiamarti mi avrebbe chiarito le idee ma... - non concludo la frase e mi passo una mano fra i capelli.

Solo ora mi accorgo che ci siamo fermati: tutt'attorno a noi ci sono coppie anziane o persone a spasso col cane, e questo mi fa sentire del tutto inadeguato, fuori posto.

- Ma...? - continua lei interrogativamente.

La mia guerra interna si conclude senza feriti gravi, vincitore ne è il cuore che trionfa con superbia sulla mente.

- Ma niente, okay?! Ho sbagliato, scusa! Ci sentiamo dopo - dico stizzito, esternando malamente la frustrazione a lungo repressa. Mollo la sua mano con uno strattone e me ne vado prima di fare altre figuracce colossali in mezzo al parco, con un mucchio di vecchietti che mi fissano esterrefatti per essere esploso così, alzando la voce.

Mentre cerco il modo più veloce per tornare a casa, vorrei solo che lui fosse qui. Per poterlo abbracciare, stringere fra le mie braccia, guardare la lucida espressione dei suoi occhioni castani che quasi con velata malinconia mi dichiarano il loro amore eterno e fragile.

Ma se un cuore tant'è fragile in un attimo si spezza, lungo è il tempo cui gli serve per curare l'ennesimo dolore che altro non gli viene provocato.

-

Note dell'autrice:
-22! Se non si fosse capito, io adoro scrivere il POV Will! Perché, non so, Will è il personaggio più complesso e più ricco di sfaccettature, un "cattivo eroe" cui mai viene abbandonato dalla malinconia che ormai fa parte di lui, perennemente presente nel fondo dei suoi occhi. E voi, piccole shippers di WillxNate, state gioendo? Ora debbo andare, un bacio grande grande

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