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sabato 29 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Nate

Dopo aver seguito (anzi, pedinato) Will, sono rimasto a guardarlo disquisire scioltamente con quella ragazza, Hope. Lui che quando parla è già un miracolo.

Non mi ci è voluto molto per capire che i due si conoscono, adesso, e, dagli sguardi intensi che si scambiano, si piacciono.

Mentre li fissavo, un dolore persistente bruciava nel mio petto, ma era come se non fossi lì. Come se li guardassi dall'esterno. Lo so che è sbagliato, ma la colpa non è del tutto mia. Se Will mi avesse detto...

Devo smetterla di accampare scuse.

Non so quante ore sono rimasto a guardarli, so solo che ormai era l'imbrunire e poi è successo quel che è successo. Si sono alzati all'improvviso come scottati, quindi sono rimasti a fissarsi attentamente. Mi pareva quasi di percepire la tensione fra di loro, di udire il battito forsennato dei loro cuori. Nella mia mente una vocina gridava di andarmene ora, di risparmiare quel poco di cuore intatto che mi rimaneva, ma ero paralizzato.

Come in una fiaba con tanto di lieto fine, Will ha coperto la distanza fra il suo viso e quello di Hope, indugiando giusto un secondo, e l'ha baciata.

Ho sentito il cuore sgretolarsi in un colpo netto, mentre la nausea mi ha colto improvvisamente e gli occhi mi si sono fatti lucidi.

Ma non ho avuto il tempo di raccoglierne rapidamente i cocci, perché mi sono dovuto appiattire contro il muro in tutta fretta, mentre Will mi passava davanti come un ciclone, rischiando di travolgermi tanto correva forte.

Spero proprio che non mi abbia visto...

-

Note dell'autrice:
ho scritto questo capitolo proprio malissimo, lo so. Ma comunque, ho una (credo) bella notizia: per chi mi seguirà ancora in questa ambigua e pazza avventura, volevo dirvi che ho già in mente il sequel, anche se non sarà proprio proprio un sequel, diciamo una cosina di poche pretese, massimo 30 capitoli, e si intitolerà "Il quaderno di Will: parole di un poeta in erba". Ora penserete "ma non si ferma mai 'sta qui?". Eh già, io penso in grande. E, come si suol dire, "punta alla Luna, mal che vada avrai visto le stelle."! Baci

giovedì 27 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Will

Non è strano per me svegliarmi e trovare il letto vuoto accanto a me. Potrei gioire del fatto che ho in compenso un mucchio di spazio ed è più fresco, ma non riesco che a pensare quanto sia piacevole il calore di un corpo umano spalmato sul proprio, in particolare quello di Nate sul mio.

L'appartamento è così vuoto senza il suo proprietario... senza preoccuparmi di fare un po' di luce, barcollo dalla camera al bagno e dal bagno alla cucina, ancora in pigiama, che non è altro che una maglietta alquanto vecchia e sformata, e dei pantaloni di cui non mi ricordo la provenienza e l'uso ad essi assegnato.

Facendo per aprire la dispensa, noto un bigliettino colorato pendere dallo sportello. Immediatamente mi scappa una risatina dal timbro infantile, di quelle sciocche e causate da un motivo di dubbia ilarità.

- Non cambierà mai - mormoro fra me e me, scuotendo la testa. Infondo adoro questo lato di Nate, sempre impegnato a riempirmi di riguardi dimenticando se stesso, dimenticando che anche lui ha una sua vita e che al mondo non esisto solo io.

Come folgorato da un'improvvisa illuminazione, balzo sulla sedia, ma subito scarto l'idea.

Naaah, non è possibile...


Il tempo passa abbastanza lentamente, mentre attendo che arrivino le tre per poter andare da Hope, come concordato via messaggio poco fa.

Alla fine non resisto e, a un quarto d'ora dall'incontro, mando al diavolo l'eccessivo anticipo e mi dirigo al luogo d'incontro.

Lei arriva puntualmente alle tre, e subito iniziamo a parlare dei più svariati argomenti. Io sono goffo e impacciato, lei è sciolta e sembra davvero essere a suo agio. Superata l'iniziale timidezza, mischiata al forsennato battito del mio cuore, mi sciolgo come neve al sole, ignaro di essere osservato da due magnetici occhi castani.

Non so niente d'amore, e pensare che perfino una quattordicenne ne sa più di me mi fa sprofondare nella vergogna. Questo è solo il nostro secondo incontro, e non credo sia un vero e proprio appuntamento. Infondo, non so nemmeno cosa Hope voglia, ma io sì. Voglio lei.

Arriva il fatidico momento in cui il sole tinge e sfuma d'arancio l'orizzonte, regalandoci un tramonto da favola. Entrambi ci alziamo di scatto, le nostre mani, poggiate sul tavolino del bar, si sfiorano timidamente.

Siamo a distanza ravvicinata, i corpi che si chiamano come calamite dall'istinto animale. Il cuore mi balza in gola e sento le gote scaldarsi, mentre non posso che perdermi nel verde bosco dei suoi occhi. Sento il suo respiro accelerato farsi sempre più bisognoso d'ossigeno, mentre lentamente mi avvicino al suo viso.

Come si bacia una ragazza?

Smetto di farmi inutili domande, e assaporo lentamente la visione delle sue palpebre che si abbassano, delle ciglia rossicce che vanno a sfiorare le gote.

Le nostre labbra si sfiorano timidamente in un bacio casto e goffo, poi indugio un secondo, prima di appoggiarmi sempre con dolcezza ma con un poco più di forza.

Mi sembra passata un'eternità quando ci scostiamo appena, e siamo ancora così vicini che posso sentire il suo fiato caldo giungere fino al mio collo poco coperto.

Realizzo solo dopo cos'è successo, e, come il re dei codardi, borbotto qualche frase sconnessa e me la do a gambe.

Complimenti Will. Una mossa davvero perfetta.

-

Note dell'autrice:
20:59. In tempo per parlare con la mia Deniiiiiis. Vado, eh! Xiau!

Chains and Broken Dreams

POV Nate

Nella stanza il buio mattutino ancora fa da padrone, ma fuori albeggia e capisco che devo alzarmi, se voglio fare colazione e non arrivare in ritardo al lavoro. Con un lamento soffocato e il cuore piangente mi scosto dal corpo caldo di Will, soffermandomi un ultimo istante sul suo volto rilassato e sui suoi capelli sparsi sul cuscino.

Il tempo di una carezza veloce, lieve come un soffio di vento, e poi sono già in bagno a svegliarmi a suon di schizzi d'acqua gelida.

Non è certo il buongiorno che desidererei, ma mi debbo accontentare. Mi ripeto di essere forte, ma la tentazione ha la meglio e con un brevissimo sospiro sbircio nella camera da letto ancora immersa nel buio, da cui giunge solo il respiro lento di Will.

Un sorrisetto idiota mi illumina il viso, mentre mi dirigo in cucina per far colazione. La dispensa è quasi vuota, e, smorzando appena il sorriso, prendo l'ultimo croissant rimasto, dall'aspetto vecchio e forse un po' ammuffito. Inizio a borbottare fra me e me, rallegrandomi del fatto che così Will potrà mangiare i cereali, e non questo davvero misero croissant.

Prima di uscire, cerco un post-it e un pennarello.
"Buona giornata :)" scrivo rapidamente, un'abitudine che ho da tempo immemore e che molto probabilmente mi porterò fino alla vecchiaia, se ci arriverò.

Infine lo attacco allo sportello della dispensa, e, soddisfatto, prendo la borsa del lavoro.


Le ore paiono dilatarsi all'infinito, e per quanto preghi la pausa sembra distare anni luce. Sussulto quando qualcuno mi sfiora la spalla, e mi giro di scatto.

- Nathaniel... ho un grande favore da chiederti - mi dice Dave, il capo, e, con un sospiro trattenuto, annuisco.

- Potresti rimanere qua nella pausa? Ovviamente poi dopo avrai tutto il pomeriggio libero... - implorante, mi fissa con aria contrita.

- Okay - rispondo, sotto sotto scocciato. Lui sospira di sollievo, e poi si volatilizza.

Ma d'improvviso ho un'idea, e la prospettiva di rimanere qui ancora qualche ora si fa meno pesante.

E se riuscissi a seguire Will? Potrei vedere che fa e dove va.


Ahimè, la mia curiosità non avrebbe portato a nulla di buono, se non a darmi mille volte del cretino e a vedere qualcosa che avrebbe spezzato di netto il mio stupido cuore innamorato.

-

Note dell'autrice:
cosa vedrà Nate? Dai, fate delle ipotesi! Forse vi posto il prossimo capitolo... ma voi datemi un motivo per farlo ;)) Baci (a dopo, forse)

mercoledì 26 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Will

Da non so quanto tempo sto soffocando nel caldissimo abbraccio di Nate, che solo dopo essersi addormentato ha allentato - minimamente - la presa delle sue braccia. Prima di lasciarmi tirare il fiato, mi ha strapazzato un po' a mo' di peluche, giusto quel che basta per non sentirmi più le braccia e i muscoli annessi.

Sembra quasi provare risentimento verso di me, ma non ne capisco il perché.

So che vorrebbe sapere dove vado di solito e perché torno tardi, ma qualcosa di inspiegabile mi blocca.

Dopo essermi rigirato nell'abbraccio, mi accosto di più a lui e lentamente faccio scivolare una mano fra i suoi morbidi capelli, che alla lieve luce della luna paiono di un innaturale color biondo-argento. Glieli scompiglio con gentilezza, poi mi ritraggo lentamente, rimanendo a fissarlo.

Quasi col fiato sospeso, contemplo il suo viso pallidamente rischiarato dalla luce che filtra dalle tapparelle. La sua espressione è rilassata, ed al contempo soddisfatta. Con gli occhi accarezzo le palpebre abbassate che nascondono un paio di magnetici occhi castani, il naso piccolo e dritto, le labbra sottili tirate appena in un sorriso leggero. I suoi tratti si sono fatti più marcati e mascolini, eppure io lo vedo ancora come l'ingenuo bambino che mi ammirava e pendeva dalle mie labbra, giusto una decina d'anni fa.

Quando sorride, quando scoppia a ridere, io rivedo in lui il ragazzino allegro che era prima di conoscermi.

Mi sento terribilmente egoista ad averlo costretto a rinunciare alle sue amicizie, a cambiare, per me, che per lui non faccio praticamente nulla eppure continuo a volerlo tenere stretto, ad avere l'esclusiva su di lui.

Ma lui è innamorato di qualcuno, e per cui il suo cuore non è di mio geloso possesso.

E mi domando se quel qualcuno ha abbastanza amore da dare al mio cerbiattino, così fragile... ma ora sono io quello ingenuo, che ancora non ha capito che, mentre io mi perdevo in pensieri di dubbia importanza, il fragile cerbiatto è diventato un bellissimo cervo, capace di battersi per ciò in cui crede.

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Note dell'autrice:
ora vi chiederete, di che va parlando 'sta qua? Cerbiatto? Ma dove? Ma cosa? Ebbene, è tutto basato sull'aspetto, (occhioni grandi, espressione strappacuore tipica dei cuccioli...) se non l'avete capito. Be', non ho nient'altro da dire... volete aggiungere qualcosa voi? No? Buona serata e baci! (Un bacione alla mia adorata Denis e uno alla mia zietta preferita, oltre che l'unica)

martedì 25 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Nate

Finalmente il mio Will è qui, al sicuro tra le mie braccia.

Gah, mi sembra di parlare come una ragazzina innamorata. Da quand'è che sono così sensibile a tutto ciò che lo circonda? Da quand'è che ne sono così geloso? Davvero non capisco, ma ora non conta.

Con calma me lo stringo al petto, non mi importa se sta soffocando nel mio abbraccio, e intanto inspiro il suo profumo che è diventato più dolce e con una spiccata nota floreale.

Qui qualcosa non quadra.

Mugugno fra me e me, continuando a spupazzarlo un po'. Infondo, questa è la mia "vendetta". Se pensa di potermi tenere all'oscuro di tutto quello che fa, si sbaglia di grosso. Non sono più l'ingenuo ragazzino di una volta, quello dall'espressione angelica, e innocente come un cerbiatto.

Cerco di godermi il più possibile l'abbraccio in cui lo sto stringendo, perché so che domattina dovrò uscire presto, sgattaiolare fuori dall'appartamento in modo silenzioso e furtivo, manco fossi un ladro, e tutto ciò solo per non svegliarlo.

E so anche che il sonno sta per venirmi a prendere, tenta di convincermi facendo leva sulla mia stanchezza, ma resisto un po', finché, troppo preso dal crogiolarmi nell'inebriante calore di Will, cedo senza alcuna resistenza, emettendo un breve sospiro soddisfatto.

Prima di sprofondare in un sonno calmo e privo di sogni, sento Will rigirarsi nella presa allentata delle mie braccia, poi mi passa una mano fra i capelli e mi si avvicina ancora un po'.

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Note dell'autrice:
yo! Allora, prima che mi dimentichi, dato che volevo già dirvelo ieri sera: ascoltatevi tutti Just Give a Reason di P!nk ft. Nate Ruess, è la canzone che mi ha dato l'ispirazione per scrivere questa storia (e per - non si nota, ahaha - il personaggio di Nathaniel). Be', potete anche non ascoltarla, ma io vi consiglio di farlo. Oh, c'è un aggiornamento su Wattpad! Scappo, ciaoooo

lunedì 24 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Will

Io e Hope ci siamo scambiati i rispettivi numeri di telefono, salutandoci con un impacciato abbraccio e qualche parola confusa, senza però fare promesse e congetture varie su quando e dove rivederci. Entrambi sappiamo benissimo che c'è solo un posto dove ci ritroveremo, sempre, se ci perderemo.

Decido di camminare per tornare a casa, per godermi la bellezza della notte: sopra di me brilla il cielo stellato, e la luna splendente pare sorridermi, mentre la consueta brezza notturna mi accarezza i capelli, insinuandosi nel mio collo scoperto.

Chissà se Nate mi sta aspettando.

Entro nell'appartamento cercando di non emettere alcun rumore, muovendomi a rapidi scatti che hanno molto di felino.

Senza accendere alcuna luce, raggiungo la camera da letto, da dove non giunge alcun rumore. A tentoni cerco il letto, implorando tutte le divinità conosciute di non farmi inciampare in qualcosa e soprattutto di non farmi spiaccicare come una buccia di banana sul poco morbido tappeto.

All'improvviso odo un lieve respiro provenire in direzione della scrivania, dove due occhi mi fissato nel buio, luccicando in modo inquietante.

- N-nate...? - lo chiamo perplesso, e lui emette un lieve ringhio.

- Non credere che te la faccia passare liscia, signor Valentin - dice, alzandosi rapidamente.

- P-per cosa? - chiedo, ma lui mi abbraccia da dietro, disarmandomi, e si butta a peso morto sul letto, portandomi con sé nella caduta.

- Lo sai benissimo - soffia vicino al mio orecchio, strofinando poi il naso gelido nel mio collo altrettanto freddo.

Il mio corpo ha un fremito, e non posso fare a meno di sussultare.

- Hm... - biascico, cercando di rigirarmi nell'abbraccio soffocante in cui sono costretto, ma lui si avviluppa su di me come una piovra.

- Dormiamo - e, da come lo dice, pare più un ordine.

-

Note dell'autrice:
non so voi, ma a me questo capitolo non pare dolcioso. A voi? Be', comunque sia, lasciatemi un commentino. Li apprezzo taaaanto ♥ Kisses

domenica 23 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Nate

Il fastidioso silenzio che s'è venuto a formare, senza Will che contribuisca a riempirlo con il ticchettio della matita sul quaderno, viene all'improvviso rotto dal pling! del mio cellulare, che mi avvisa del messaggio appena arrivato.

Nervoso e agitato come sono, mi precipito a leggerlo, rischiando di inciampare negli oggetti sparsi a terra, che riesco ad evitare con qualche improvvisata piroetta.

"Ti va di andare da qualche parte, domani sera? Dave"

Il mio capo.

Ma che cos-...?!

La delusione raggiunge la bocca dello stomaco e con un mugugno soffocato mi lascio cadere pesantemente sulla sedia dove sono seduto da ore.

Nuovamente, il mio telefono vibra. Pling!

Ancora una volta, nella fretta di alzarmi, inciampo maldestramente in un oggetto dai contorni indefiniti, cadendo in avanti stile sacco di patate.

- Uhmpf - borbotto, rialzandomi.

"Oggi torno più tardi. Will"

Per un attimo, rimango a fissare il display con espressione neutra.

Poi i neuroni smettono di fare sciopero e si riaccendono di botto, mentre realizzo che oggi Will tornerà tardi.

Sai che novità.

Che lo voglia o no, l'aspetterò, tanto, cosa mi costa?

Annuisco fra me e me. Mi manca già...

-

Note dell'autrice:
la testa mi duole in modo spaventoso, dovrei smettere di fare qualsiasi cosa e andare a letto. Pft, non voglio essere melodrammatica, solo che davvero... cercherò di aggiornare domani, okay? Baci

sabato 22 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Will

Mi volto di scatto e vedo Hope dietro di me, la distanza che ci separa è minima, uno, forse due passi.

Ci fissiamo un attimo, i suoi occhi verdi nei miei, e il mio cuore inizia a battere forsennato, mentre un'improvvisa timidezza mi coglie, facendomi sentire goffo e imbarazzato.

- Sei in ritardo - sussurro, e lei inclina la testa.

Avrei fatto meglio a stare zitto.

Accenno un passo in avanti, nonostante non sia poi così sicuro che non scapperà ancora e che le mie gambe mi sorreggano. Un indefinito tremito si propaga fino alle mie ginocchia, rendendomi instabile come un puledro appena nato, ma la mia forza di volontà è più forte di qualunque tentennamento e dunque mi impongo di, almeno, apparire fermo.

Per un interminabile secondo mi sento trattenere il respiro, certo che lei se ne andrà, ancora.

Contrariamente alle mie aspettative, compie il fatidico passo e azzera, completamente, le distanze fra di noi.

È anche fin troppo che ti aspetto, piccola.

E mentre le luci del tramonto colorano d'arancio e rosa il cielo terso, lei è fra le mie braccia, il suo cuore è mio e il mio è suo, e non c'è più nulla attorno a noi, ci siamo solo io e lei e la libertà e il cielo immenso su di noi, e le stelle che ancora non brillano ma che l'hanno sempre fatto, attendendo di accendersi su di noi.

- È un'eternità che ti aspetto - mormoro, e lei ridacchia col viso affondato nel mio petto.

- Il tempo è relativo - ribatte piano, lasciandomi un senso di meraviglia e stupore.

Col naso nei suoi capelli, rossi e quasi ricci, inspiro a fondo, ha un profumo dolce e floreale, con uno spiccato accenno di caffè.

Una vocina lontana mi dice che dovrei tornare a casa, che dovrei avvisare Nate, che è tardi, ma la ignoro bellamente, cullando Hope fra le mie lunghe braccia.

-

Note dell'autrice:
e per oggi, ho finito! Yea. Siete contenti? Eh? Io sì. Ma ora basta dedicarmi a voi cari fansetti e torno alla mia vita, perché sì, ne ho una. Ahaha, basta. Non riesco mai a stare seria per cinque minuti... vabbe'. Tschüss

Chains and Broken Dreams

POV Nate

Sono alquanto irrequieto, senza un vero particolare motivo.

In verità un motivo ce l'ho, ed è un grande motivo di nome Will.

È uscito di casa ore fa e non è ancora tornato, non mi ha mandato alcun messaggio né avvertito in altro modo. Questo mi rende irrequieto.

La più vera verità, e scusate il gioco di parole, è che quando non c'è sono sempre nervoso. La sua presenza per me è come un calmante naturale, il calmante perfetto, quello che mi permette di mantenere la concentrazione per un abbastanza lungo tempo e al contempo mi mantiene rilassato.

Non posso fare a meno di ripensare a quand'è uscito, salutandomi senza dire una parola, con un sorriso semplice in viso e gli occhi brillanti.

Un'espressione alquanto rara, della quale posso vantarmi di aver visto ben poche volte, e che, stavolta, non era rivolta a me.

Seduto al tavolo, con i gomiti poggiati sopra e le mani a sostenermi il viso, poggiate sulle guance, chiudo gli occhi, lasciandomi pervadere da un lieve senso di solitudine e tranquillità. Ancora mi pare di sentire le grandi e sottili mani di Will fra i miei capelli, carezzarli sbrigativamente e scompigliarli con dolcezza, prima di andare chissà dove.

Prima di lasciarmi sopraffare dallo sconforto, sospiro.

Oh Will, dove ti sei andato a cacciare?

-

Note dell'autrice:
non attendo oltre, e passo al prossimo cappy. A prestissimo!

Chains and Broken Dreams

POV Will

Dopo aver parlato con Nate, mi sento molto meglio. Più tranquillo, rilassato.

So quanto Nate si sia sforzato per rivelarmi ciò che racchiude nel suo cuore, i sentimenti preziosi che donerà e rivelerà alla persona amata, ed il fatto che abbia trovato il coraggio di farlo, di dirlo a me, mi riempie di un piacevole calore che dal petto mi formicola lungo tutto il corpo.

Ora sono deciso.

Guardo l'orologio, è ancora presto, purtroppo.

Mi ripeto che il tempo è relativo, ma non mi rassicura come al solito.

Dovrò attendere, ma più fisso la lancetta delle ore e più quella, infida, sembra girare lentamente, rendendo l'attesa interminabile e la mia determinazione che va man mano scemando.

Alla fine esco venti minuti in anticipo, salutando Nate con il semplice gesto di scompigliargli i capelli.

Aspetto Hope al solito posto, ma non arriva.

Aspetto, aspetto, e ancora aspetto.

Scende il tramonto e d'improvviso odo un fruscio dietro di me.

Mi volto di scatto e...

-

Note dell'autrice:
e...?! E dovrete aspettare. Sono imperdonabile, lo so, ma mi son bastati tre giorni dal ritmo sostenuto per trasformarmi in un blocco di gelatina, gli arti ridotti in poltiglia e l'aspetto simile a uno zombie. Oggi posterò altri due/tre capitoli, per farmi perdonare. Ringrazio i miei adorati lettori che mi seguono e leggono tutte le cavolate che vi propino, grazie di cuore. Baci!

lunedì 17 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Nate

Okay, Will oggi è nervoso.

Non bisogna essere un genio per capirlo, è entrato in casa come una furia e ha iniziato a scrivere qualcosa frettolosamente, senza degnarmi di uno sguardo.

Ora mi sta fissando con occhi di fuoco, sembra mi voglia incenerire.

Fa un lungo respiro, poi le spalle si rilassano e tutto di lui appare meno teso.

- Nate. - dice, poi fa una pausa.

- Parlami dell'amore - aggiunge, rimanendo impassibile, ma arrossendo un poco.

- Innanzitutto... hai raggiunto il tuo obiettivo? - chiede, inclinando la testa.

- C-credo di sì - annaspo, incespicando nelle parole che sembrano non voler uscire dalla mia gola.

Annuisce con la testa.

- C-cosa dovrei d-dire? - domando, risultando ridicolo e goffo perfino a me stesso.

- Quello che vuoi -  risponde, spostandosi una ciocca dagli occhi.

- B-be'... la persona di cui sono innamorato... credo... è davvero una persona bellissima e a volte ambigua, ma l'accetto così com'è. D'altronde non sceglierei nessun'altro al mondo, al suo posto. Amo i suoi occhi scuri, i suoi capelli morbidi, il suo così raro sorriso e la dolcezza immane che cela nel cuore... non c'è emozione adatta per descrivere ciò che provo quando mi da il buongiorno il mattino, quando ammira il cielo, quando la sua voce melodiosa chiama il mio nome - mi fissa in silenzio e mi sento avvampare.

- Se... se questo non è amore, allora non so cosa sia - aggiungo piano, cercando di mascherare l'imbarazzo con il caldo.

Peccato che sia febbraio e faccia ancora piuttosto freddo.

- Ho capito, grazie - dice, sorridendo dolcemente, poi si alza.

Rimango a guardarlo stranito.


Aspetta... ha capito?! Cosa?!

-

Note dell'autrice:
tehehehe, vi piacciono i cappy? Che ne pensate dei nostri cari protagonisti? E dello sviluppo, della trama? È tardi, perdonatemi. Debbo andare :( Xiau!

Chains and Broken Dreams

POV Will

Oggi parrebbe un giorno come un altro, ma non saprei. Mi sento fortunato, una strana sensazione di come quando sai che ti accadrà qualcosa di bello, ma non sapresti dire cosa. Ecco, mi sento così, fortunato.

Come al solito, cinque alle tre ero al bar, nel mio posto un po' in ombra.

Non voglio dare nell'occhio.

Precisa come un orologio svizzero, la mia Hope è qui alle tre in punto, non un secondo di più non uno di meno.

Il mio cuore accelera il passo, il fiato sparisce quel tanto che basta per togliermi l'ossigeno al cervello.

Ogni giorno, stessa solfa. Due chiacchiere col barista, consegna della bevanda, pagamento.


Infine, aggraziata come una farfalla ed elegante come una principessa, si siede al tavolo, poi lentamente volge lo sguardo verso di me.

Oggi ce la farò.

Nella mia mente lo ripeto all'infinito, passo dopo passo, mentre azzero la distanza fra noi.

I miei occhi neri sono incatenati ai suoi verdi, non si lasciano un secondo.

Ed ecco che giungo d'innanzi a lei, ad un soffio dal sfiorarla.

Non ha il suo solito sorriso enigmatico, è seria ma rilassata.

Scuote la testa in segno di diniego, e, più veloce del battito di ali di una farfalla, è già sparita.

Non cerco neanche di reprimere il ringhio di frustrazione che mi sorge dal basso del mio cuore, e poi filo a casa a passo militare.

Inviperito, afferro il quaderno e inizio a buttar giù tutto ciò che mi passa per la mente.

Cos'ho sbagliato? Cos'ho sbagliato? è la domanda che si ripete all'infinito come una nenia.

- Cosa stai scrivendo così furiosamente? - mi chiede Nate all'improvviso.

Nonostante lo spavento, evito di urlare come una femminuccia.

Cancello per l'ennesima volta, poi sbatto violentemente la matita.

Dio, se sono frustrato.

Credo di dover fare due chiacchiere con Nate.

-

Note dell'autrice:
anche stasera, ve ne posto due. Mi dilungherò di più dopo, okay? Baci

domenica 16 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Nate

- Nate! - una voce mi chiama, ma è lontana, quasi un eco.

- Nate...! - ancora.

Mi decido a socchiudere gli occhi, e subito un fascio di luce mi colpisce come una staffilata.

Poi un'ombra la copre, dandomi sollievo.

È Will, e di fianco a lui c'è Hope.

Aspetta, cosa?

Hope?!

- Buongiorno, Nat - sorride Will, illuminando la stanza fino quasi a coprire il sole.

- B-buongiorno - borbotto, stropicciandomi gli occhi.

- Cosa... cosa fate in piedi a quest'ora? - domando, lottando contro il sonno che mi implora di rimettermi a dormire.

- Volevamo darti il buongiorno. Ti ho portato la colazione - spiega Will, sorridendo ancor di più. Stringe Hope con un braccio, e lei fa a sua volta un sorriso cordiale.

La colazione. Certo.

Mi alzo, e cerco in fretta qualcosa per coprirmi il petto nudo.

Nel mentre, passo accanto a Will e lo urto con la spalla:

- Cosa ci fa lei qui?! - sibilo al suo orecchio, recuperando la mia t-shirt.

- È la mia ragazza - mormora, lanciandomi un'occhiata eloquente.

- Ti ricordo che è casa mia - ribatto, ad alta voce stavolta.

- Sarà meglio che andiamo. Ciao, Nate - dice, a testa bassa.

Lei gli stringe il braccio possessivamente.

- No, aspetta, Will... - dico, pentito di esser stato così brusco.

Ma lui sta già uscendo, strattonato da Hope, la quale ha il volto illuminato da un sorriso maligno.

- NOOOOOO! - grido, e poi mi sveglio.


Mi tiro a sedere di scatto, sto grondando di sudore ed è tutto buio nella stanza.

L'orologio emette quattro rintocchi, facendomi sobbalzare ulteriormente.

Di fianco a me Will dorme placidamente, ignaro del mio incubo appena passato.

Non so nemmeno quando sia rientrato, dato che appena tornato a casa dal lavoro sono andato subito a dormire, svuotato da ogni energia.

Cerco di calmare il battito forsennato del mio cuore, anche se senza grandi risultati.

- Nat... - sento Will mormorare, si è svegliato anche lui.

Lotta un attimo col sonno, poi acquista lucidità.

- Che succede? - mi chiede.

- Era solo... un brutto sogno - rispondo, rimanendo seduto.

- Ora è passato - dice rassicurante, poi lo sento muoversi nel letto.

- Vieni qui - soffia, e mi tira a sé.

Il suo braccio forte mi cinge la vita, la mia testa poggia sul suo ampio petto.

Il tutto è quasi imbarazzante, eppure dolcissimo. Sembra quasi un sogno, ma non ho voglia di pensarci.

Mi sento così al sicuro, e protetto...

Con un sospiro, mi addormento.

-

Note dell'autrice:
aww, mi commuovo da sola. Non ci riesco a non farlo, sono troppo dolciosi 'sti due! Piaciuto il sogno/incubo? Comunque sia, mi fa male la testa. Vado. Voi lasciate un commentino piccino picciò, please. Non fatemi incazzare. Vabbuò, stacco. Baci

Chains and Broken Dreams

POV Will

Guardo il bar da sotto il porticato di un edificio.

Ora sono all'asciutto, ma ciò non cambia che diluvia e io sono fradicio. Ovviamente.

Nella mia mente, non contemplo il fatto di prendere un ombrello quando piove forte, nel caso che non si fosse capito.

Il ciuffo mi penzola penosamente sopra il sopracciglio, gocciola un poco e poi mi si appiccica alla fronte.

Chissà se a Hope piacciono i ragazzi che quando piove non usano alcun parapioggia.

Guardo l'orologio: mancano pochi minuti alle tre.

Tra poco arriverà Hope.

E difatti alle tre in punto, ecco apparire i suoi vaporosi capelli rossi al bancone del bar.

Aguzzo la vista.

Il barista, un tipo basso e grasso sulla cinquantina, inizia a disquisire in modo cordiale con Hope, poi si allontana dal bancone, tornando poco dopo con un bicchiere, munito di cannuccia colorata.

Lei fa un sorriso cortese e gli porge un paio di banconote.

Dio, quant'è bella.

Con calma ed eleganza si accomoda al tavolino, sempre lo stesso, tutte le volte.

Sentendomi un po' uno stalker, entro nel bar.

Rimango comunque a fissarla dal bancone, mentre nel locale si diffonde una musichetta alquanto banale, ma dal ritmo ballabile.

Chissà se Hope ne conosce il cantante.

Senza mai staccarci gli occhi di dosso, mi avvicino al suo tavolo.

Stavolta, un solo passo ci distanzia.

A tanto così dal coprire questa dannata distanza, lei è già scomparsa lasciandomi con un palmo di naso.

-

Note dell'autrice:
ehehehe, ancora una volta lei è fuggita e lui ci è rimasto di merda, ahahahah. Okay basta, sono cattiva. Stasera per rimediare ve ne posto due. Giusto per dire, siamo solo a metà. E non sto scherzando. :)

sabato 15 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Nate

Tic-tic toc! bussano le gocce al vetro, rincorrendosi poi l'un l'altra, fino a sparire dalla mia visuale.

Rimango un attimo a fissarle, incantato.

Col tempo, grazie a Will, ho imparato ad apprezzare la pioggia, anche se non in quel modo quasi viscerale che lo caratterizza.

Dalla pioggia a Will è un attimo, e la sua mancanza è quasi dolorosa, struggente.

Chissà dov'è ora. Chissà cosa sta facendo.

Come al solito è uscito, e non mi ha detto niente.

Sembra quasi che non si fidi di me.

Scuoto la testa al pensiero. Non me lo dice perché lui è fatto così.

Cerco di concentrarmi sul lavoro, poi occhieggio il cellulare, buttato lì sulla scrivania. È così vicino, basterebbero pochi attimi per inviargli un messaggio... scuoto nuovamente la testa. Il lavoro. Giusto, il lavoro.

Involontariamente, emetto un profondo sospiro.

- Tutto bene Reuss? - mi chiede il capo, apparendomi davanti ad un palmo di naso.

- S-sì, certo - farfuglio, colto di sorpresa.

- Se ti senti male, puoi andare a casa - borbotta prima di andarsene.

Fosse così semplice, penso, lanciando nuovamente un'occhiata alla finestra rigata dalla pioggia.

Il mio male si chiama Will, ed è l'amico più improbabile che potessi trovare a questo mondo.

-

Note dell'autrice:
capitolo corto, lo so. Son di cattivo umore, okay? Ciao a tutti. Buona serata.

venerdì 14 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Will

Per molti piangere è un atto da deboli e quindi da evitare assolutamente.

Io credo che sia semplicemente uno sfogo, un modo di mostrare le proprie emozioni.

E in questo momento, mentre asciugo le lacrime di Nathaniel, non posso fare a meno di pensare che quando si piange non si è deboli, ma fragili.

Che differenza c'è tra debole e fragile?

Debole, e subito si pensa a qualcuno che non riuscirà mai a fare grandi cose, in quanto debole, incapace.

Fragile. Una cosa fragile è una cosa preziosa, un tesoro che se mal tenuto si sbriciola fra le nostre mani, cui basta un colpo per vederlo in mille pezzi, e per quanto ne rimetteremo insieme i cocci, non tornerà mai come prima.

Mentre i miei pensieri appaiono qua e là nella mia mente sempre in corsa, senza seguire un filo logico, mormoro parole rassicuranti a Nat, accarezzandogli delicatamente i morbidi capelli castani.

Che stupido. Come potrei dimenticarmi di quelle poche persone per cui darei la vita, se ce ne fosse bisogno?

Forse ha ragione Nate.

Forse l'unica cosa per cui valga la pena vivere è l'amore.

Forse... è ora che mi dedichi alla mia lunga caccia.

-

Note dell'autrice:
all'inizio non avevo voglia di scrivere, oggi. Ma poi mi sono detta... "sarei crudele, pori, se lo meritano un cappy". E poi ascoltando certe canzoni ho provato un botto di calde emozioni direttamente allo stomaco, tra cui una struggente voglia di scrivere, di mettere "su carta" i miei  pensieri e sentimenti (come fa Will!).
Lo so, voi volete Hope. Be', dovrete attendere. Baci.

mercoledì 12 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Nate

Sono arrabbiato. Sì, sono arrabbiato, fuori di me, e Will non se ne accorge.

E non voglio che se ne accorga, perché il motivo della mia rabbia è alquanto infantile e mi fa vergognare di me stesso.

Sono geloso.

Sono dannatamente geloso di tutto ciò che può portarmi via Will, perché lo so che alla fine andrà così.

Ma non posso fare a meno di esserlo perché ora, nel momento in cui vivo, lui è mio. Mio, solo mio.


Oggi Will non è uscito, e questo mi rende sollevato.

Siamo seduti al tavolo della cucina, io che scribacchio distrattamente cose di lavoro, lui all'altro capo del tavolo che mi fissa.

- Cos'hai? - mi chiede d'improvviso.

Sussulto.

- Niente - rispondo piano.

- Che tipo di niente? - insiste.

Questo l'ha imparato da me.

- Ho detto niente. - ripeto, evitando di incontrare i suoi occhi onice.

- E io ti ho chiesto che tipo di niente - ribatte dolcemente, alzandomi il mento con un dito.

Ci fissiamo per una frazione di secondo, poi torno a concentrarmi sul foglio.

- Non è niente, davvero - mormoro, un groppo alla gola che mi soffoca.

- Nate... - mi chiama, con quel suo tono così suadente e convincente, quello che mi farebbe dire qualunque cosa.

- E va bene! Vuoi sapere cos'ho? Eh? E allora te lo dico, cos'ho! Sono geloso, e, non ce la faccio più! Non ce la faccio più a sopportare il pensiero che... che... che qualcuno ti porterà via da me! Che io perderò d'importanza, o peggio, che ti dimenticherai di me, come se non fossi mai esistito! - esplodo, rimanendo a testa china.

Non mi sono mai sentito tanto debole e patetico, mentre permetto alle lacrime di rigarmi il viso e tiro su col naso.

Gli lancio un'occhiata di soppiatto. Sgrana gli occhi, poi inclina la testa di lato e sorride dolcemente.

- Oh Nat... - sospira, poi si alza e mi viene a fianco.

Mi abbraccia, e io cerco di soffocare i singhiozzi nel suo avambraccio, avendo però come risultato un patetico verso strozzato.

Sento le sua mani scompigliarmi e accarezzarmi delicatamente i capelli.

- Nathaniel... - sussurra, e un ulteriore singhiozzo mi scuote - io non potrei mai dimenticarti. Sei il migliore e l'unico amico che ho, come faccio a dimenticarti? - mi alza nuovamente il viso e mi guarda negli occhi, il volto ancora illuminato da un sorriso dolce.

Mi asciuga col pollice le lacrime, poi ci stringiamo reciprocamente.

- Ti voglio bene - dice infine, calmando la mia anima agitata.

-

Note dell'autrice:
che lungo capitolo, eh?! Spero siate contenti, io abbastanza. E piove... comunque lo so, ho sgarrato ancora con una dolcezza inaudita da parte di Will, e forse sono stata un po' esagerata con la reazione di Nate (Denis, è tutta colpa tua. Se ieri sera non facevamo quella chiacchierata, non era così arrabbiato. E geloso.) ma mi perdonate, vero? Vabbe', io vado. Ascoltate i Thousand Foot Krutch, mi raccomando ;) Baci

martedì 11 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Will

Stanco di vedermi sempre in casa, Nate mi ha costretto ad uscire, ma, alla mia domanda di cosa avrei fatto una volta fuori, si è limitato a chiudermi la porta in faccia.

Sigh.

Così ho iniziato ad osservare Hope. È sempre allo stesso bar, alla stessa ora.

Sembra quasi che mi aspetti.

Ogni giorno mi permette di avvicinarmi a lei di un passo, poi quando le pare abbastanza, nonostante io sia concentrato su di lei, riesce a sfuggirmi sotto il naso.

Pare un gioco, ed è frustrante.

Quando rincaso, di solito tardi, Nate è ancora in piedi che mi aspetta.

Mi chiede sempre, con un filo di preoccupazione, dove sono stato.

E come di consueto, mi limito a scrollare le spalle.

Non è stato lui a voler che uscissi?

Ma comunque sia, mi sento sempre più in contrasto con me stesso.

Una parte di me, quella umana, quella attaccata a Nat, quella invaghita di Hope, non vorrebbe che smettere di essere così dannatamente chiuso verso il genere umano.

Ma c'è quell'altra parte di me, quella che cerca la libertà. Quella che ha sempre il sopravvento.

Mi domando se riuscirò a rimanere me stesso, bilanciando entrambi.

Se però la parte non-umana prenderà potere, spero di non perdere me stesso.

Anche se è difficile dire se non stia già accadendo.

-

Note dell'autrice:
good evening, friends! Siamo già al capitolo 30 e penso che sì, sia ora di darsi una mossa. Almeno un pochettino. Ma non ho tanta voglia di scrivere 'ste note. Per cui, tanto love ♥. Peace and Love

lunedì 10 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Nate

Aaaaah... detesto dover lasciare Will, solo e infreddolito nel letto, privandolo della mia compagnia e del mio calore, ma d'altra parte il suo appetito non si soddisfa con l'aria e i soldi non piovono dal cielo.

Così, nonostante sia presto, prestissimo, mi preparo una colazione veloce e poi esco di casa per andare al lavoro.

L'aria pungente e al contempo frizzante che d'improvviso s'infila sotto il bavero della giacca, facendomi arricciare il naso, mi indica che l'inverno è finito, ma la primavera non è ancora del tutto arrivata.

Uno sbadiglio, e poi un altro.

Il freddo mi fa sempre quest'effetto.


Una vocina nella mia mente mi sussurra che forse è meglio fare dietro-front e tornare a letto, con Will, al calduccio sotto le coperte, e per una volta darmi malato e al diavolo il lavoro!

Ma il mio senso di giustizia (o forse la coscienza?) si ribella, e subito mette a tacere la vocina, prima che inizi a radicarsi nella mia mente come un tarlo.

Sospiro.

A furia di osservare, come impotente spettatore, queste battaglie mentali, diventerò pazzo.

Sempre che già non lo sia.

Un altro sospiro.

Fra sospiri e pensieri, ruoli e parti, vocine e coscienza, alla fine riusciamo a concordare tutti su una cosa.

Sarà una lunga giornata.

-

Note dell'autrice:
buonciao a tutti! Come è andata la vostra giornata, carissimi? Io non posso lamentarmi, piove tanto che ad occhio e croce presto ci sarà un nuovo fiume, la mattina non è cominciata granché bene ma il pomeriggio è stato okay. E voi, che mi dite? Ho scritto troppo, come sempre. Baci.

domenica 9 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Will

Avrei dovuto dormire io, sul divano, ma, per non so neanch'io quale ragione, sono andato a sdraiarmi di fianco a Nate.

Non è che avessi chissà quali pensieri, semplicemente lo trovo oltremodo rilassante.

Ho parecchia padronanza del mio corpo, infatti sono riuscito a ingannare Nate: a volte è timido, anche se non lo da a vedere, così ha aspettato di sentire che dormivo per potersi stringere al mio braccio.

Se solo sapesse, che per tutto il tempo che lui ha aspettato, io ero sveglio...

Alla fine sono rimasto sveglio ancora un po', in compagnia dei miei pensieri, che sono sempre lì, ad ogni ora del giorno e della notte, ad aspettare che gli dia corda.

A metà di chissà quale pensiero, l'onda del sonno mi ha infine lambito, facendomi sprofondare in un sonno tranquillo e senza sogni.


Quando mi sono svegliato, il mattino dopo, il sole già illuminava il cielo.

Al mio fianco, solo freddo.

-

Note dell'autrice:
due capitoli cortini fanno uno lungo, no? Vabbe', comunque sia, guardatelo, il furbone... far credere al povero, piccolo Nat che stava dormendo, e invece... Mah, cosa volevo dire? Ah, giusto! Vi piacerebbe che facessi un capitolo con la "playlist"? Cioè un capitolo dove ci sono tutti i brani che ascolto solitamente quando scrivo questa storia? Volete? Be', me lo direte. Baci

Chains and Broken Dreams

POV Nate

Lo sguardo di Will sembra attraversarmi la schiena.

Nonostante mi sforzi di apparire impassibile, mi sento avvampare.

È davvero insopportabile, e vorrei gridargli "la smetti di fissarmi?!" ma è al contempo terribilmente piacevole, sentire il suo sguardo accarezzarmi il collo e la schiena.


- Io dormo. Buonanotte - borbotto quasi fra me e me, infilandomi sotto le coperte.

Click! odo la luce spegnersi, e poi il peso di Will che si siede sul bordo del letto.

Resto girato di schiena, ancora imbarazzato, quando percepisco il suo corpo caldo contro il mio.

Si accoccola di fianco a me come un gatto, soffiandomi un "buonanotte" fra i capelli, poi tira nuovamente su le coperte.


Non è la prima volta che dormiamo insieme, ma è alquanto raro, dato che Will ha una certa stazza ed entrambi abbiamo bisogno dei nostri spazi, di notte.

Resto sveglio ad ascoltare il suo respiro, che va via via regolarizzandosi, poi quando sono certo che stia dormendo mi rigiro lentamente e mi stringo al suo braccio, lasciando che il suo confortante calore e il suo calmo respiro mi cullino, finché non mi addormento.

Infondo, molto infondo, non è lo spazio che conta.

-

Note dell'autrice:
ve l'aspettavate una scenetta così dolciosa? No? Neanch'io! Okay, lo so, il capitolo è cortino ma ho dovuto fare i compiti e il mio mal di testa si dimezzato ma non è svanito. Ora ve ne scrivo un altro, okay? Stancamente, un abbraccio

sabato 8 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Will

Da un po' di tempo, circa da quando ho visto Hope, Nate è strano.

Non riesco a capire cos'ha, ma sento che è agitato. Turbato nell'animo. Confuso.

Non è che ci faccia molta attenzione. Ultimamente, penso moltissimo a quella ragazza. Ora ha un nome, ora non è semplicemente "quella ragazza" ma è Hope.
È un bel nome Hope, speranza.

Va contro il mio motto, "non importa", sperare in qualcosa, ma, come si suol dire, la speranza è l'ultima a morire.

E non sarò certo io ad ucciderla, se capite cosa intendo.


Tornando a Nate...

Anche stasera si comporta in modo ambiguo.

Nonostante sia tornato molto tardi, e di sicuro esausto, ha voluto sistemare lui la cucina, e, anche se ho insistito, ha ribattuto con fermezza che era okay.

Molto, molto strano.

Seduto alla scrivania della nostra - sua - camera guardo fuori dalla finestra, mordicchiando nervosamente l'estremità di una matita.

Le stelle brillano di una luce tenue, il cielo illuminato da una luna pallida che irradia, attorno a sé, una luminosa scia gialla.

Una mezza idea di poesia appare nella mia mente, insegue per un attimo il filo dei pensieri, per poi sparire così com'è apparsa.


- Will? Sei ancora sveglio? - mi chiede Nate, comparendo sulla soglia della stanza.

Sbadiglio.

- S-sì - rispondo, poggiando rapidamente la matita.

Nat non gradisce parecchio che le sue penne o matite siano mangiucchiate.

- Okay - sospira.

Al buio, sento i suoi passi felpati attraversare la stanza.


All'improvviso si ferma, e la luce illumina i nostri volti.

Quasi sorpreso, noto che è a torso nudo.

Incomprensibilmente, sento un forte calore colorirmi le guance. Lui, impassibile, mi da la schiena.

Lo osservo sistemare il letto, e poi frugare qua e là per trovare la sua maglietta, quella che usa per dormire.

Con lo sguardo mi soffermo sul collo coperto dai capelli castani, scivolando sulle spalle sottili e poi lungo tutta la schiena, seguendo la perfetta linea della spina dorsale.

Non posso che pensare quanto sia bello, e mi ritorna alla mente un detto:
"Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace"

-

Note dell'autrice:
perché quegli sguardi assassini? E voi, asciugatevi quelle lacrimucce. Non ho aggiornato per quattro giorni, lo so. Ma non dovete pensare che io sia morta. E non dovete volermi uccidere. A parte gli scherzi, sono sbarcata su Wattpad! Yea. Sono sempre shinepaw, per chi mi volesse cercare. Ora vado, domani cercherò di postare almeno due cappy. Oh sì. Xiau.

lunedì 3 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Nate

Da quando Will ha visto quella ragazza, non si da pace. Se prima era depresso, d'un colpo si è ripreso del tutto e non fa altro che chiedermi ansiosamente "oggi l'hai vista?" perché, sì, abita vicino al mio posto di lavoro.

Dovrei essere felice, del fatto che Will si interessi a una persona, ma non posso fare a meno di essere nell'insieme triste e infastidito: triste perché questo vuol dire che mi verrà portato via, e infastidito perché... non so, sembra quasi che io sia innamorato.

Lo sono? Sì? No? Non so se voglio conoscere la risposta.


Oggi ho finito un po' prima di lavorare, e ho seguito quella ragazza fino a casa, cercando di non farmi vedere.

Alla fine, ho scoperto che si chiama Hope Xantes.

Quando sono tornato a casa, Will mi ha guardato con un'espressione a metà fra il costernato e il preoccupato.

Non mi ero accorto di aver fatto così tardi.


- Scusa - mormoro, appoggiando sul tavolo le buste della spesa.

La luce della cucina, mal funzionante, ci mette un po' prima di accendersi, lasciando la stanza in una soffusa penombra.

Gli occhi neri di Will brillano al buio come piccole lucciole, poi la luce illumina i nostri volti.

Ceniamo in silenzio, lo sguardo rivolto al piatto che in breve si svuota.

Ogni tanto percepisco Will lanciarmi un'occhiata di sottecchi.

Finito di cenare, restiamo un attimo a fissarci in silenzio.

- Oggi l'hai vista? - mi chiede, lasciando trasparire dal viso più di quanto non voglia dare a vedere.

Annuisco.

- Si chiama Hope - dico infine, fingendomi disinteressato.

- Hope... - ripete, come a voler sentire che suono ha.

I suoi occhi brillano nuovamente.

- Grazie Nat! - esclama, alzandosi di scatto dalla sedia e facendo per abbracciarmi.

D'improvviso si immobilizza, stupito dal suo stesso slancio d'affetto. Si passa una mano fra i capelli, imbarazzato, ed arrossisce.

"È davvero adorabile" mi viene da pensare.

No... ma cosa sto pensando? mi rimprovero, scuotendo la testa.

Mi dirigo verso il lavandino, prendendo i piatti.

- Vai pure, Will. Stasera faccio io - lo informo.

Ho bisogno di stare un po' solo con i miei pensieri.

- No, ti aiuto - ribatte, mettendomisi a fianco.

- Davvero Will, è okay. Faccio io - insisto, e nonostante gli stia dando le spalle, sento che mi fissa, poi scrolla le spalle e va.

-

Note dell'autrice:
dato che ho ancora un po' di tempo - per me - voglio spendere due parole sugli aggiornamenti. Potrei non aggiornare più tutti i giorni, in quanto il lunedì finisco alle 17:20, (ma credo di farcela) il martedì da domani probabilmente finirò alle 18 e il mercoledì circa alle 17:30, oltre che be', il giovedì alle 18. Finito il mese di novembre, tutti 'sti orari cambieranno, tranquilli. Ho scritto troppo, vado. Baci

domenica 2 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Will

Dopo un mese e mezzo in cui sono rimasto in casa, in stato di semi-depressione, oggi Nate mi ha costretto ad uscire.

La discussione che abbiamo avuto il giorno del suo compleanno ha cambiato parecchio il suo atteggiamento verso di me. Se torna dal lavoro ed è stanco, mi ignora. Se invece è di buon umore, riesce a cavarmi qualche parola di bocca.

Mentre camminiamo verso questo nuovo bar che hanno aperto qui vicino, Nate parla ininterrottamente, in modo così entusiasta che ho già smesso di ascoltarlo da un pezzo.

Mi fermo ad osservare l'edificio dal marciapiede.

- Ehi! Non fermarti all'improvviso! - mi sgrida Nat, che per poco non mi cade addosso.

Faccio un sorrisetto.

Mentre riprende a parlare, la mia attenzione si focalizza su una ragazza seduta ad un tavolo esterno del bar.

Non ho mai guardato le ragazze, e non mi sono mai interessate.

Ma lei è diversa.

Ha lunghi capelli rossi, mossi ma non ricci, fini come crini di cavallo, e quando si volta verso di me vedo chiaramente che ha gli occhi grigio-verdi, di una bellezza spaventosa. Il naso è piccolo e tondo, il viso spruzzato di lentiggini, il sorriso sembra illuminare a giorno il locale.

Tiro la manica di Nate.


- Cosa c'è? - mi chiede, perplesso.

- Quella ragazza, guarda - rispondo, e come in trance faccio per attraversare la strada.

All'improvviso mi sento stritolare il braccio e tirare all'indietro.

Una macchina sfreccia dove prima c'era il mio piede.

- Oi Will, ma dove hai la testa? Se non c'ero io ti tiravano sotto! - mi rimprovera Nate, poi mi tira un pugno in testa.

Mi massaggio la parte offesa.

Gli occhi di Nat sono lucidi. Mi sa che l'ho fatto preoccupare.

- Vuoi che ti aiuti, con quella ragazza? - mi chiede, poi sospira forte.

- No... voglio sapere come si chiama, però - replico, guardando al tavolo.


In quel momento, la ragazza mi lancia un'occhiata velocemente, poi si alza e se ne va.

Faccio nuovamente per andare in strada e seguirla.

- Aspetta! - dico, allungando una mano, ma Nate mi trattiene.

Lo guardo frustrato, poi scuoto le spalle.

- Ti aiuterò io, okay? - borbotta, passandosi una mano fra i capelli.

- Okay - rispondo, guardando il cielo.

Non mi è mai parso così azzurro.

-

Note dell'autrice:
contenti, sì?! Inizia la caccia alla nostra bella fanciulla, yup. Ma forse qualcuno non è molto contento, anche se non lo da a vedere. Ma basta spoilerare, devo andare. Kiss

Chains and Broken Dreams

POV Nate

Rientro al mio appartamento così stanco da non riuscire quasi a stare in piedi.
Ho dovuto fare gli straordinari, nonostante oggi sia il mio compleanno.

Vent'anni. Ho vent'anni e non interessa a nessuno, neppure a me.

Will vive da un mese con me, però non ha ancora trovato lavoro, per cui lavoro io per entrambi.
Io pago l'affitto e lui fa alcune faccende di casa, ma in questo periodo è molto giù.

Non pensavo che l'avrei mai visto depresso.

Oltretutto, ha iniziato a fumare. Gli ho detto di smettere subito, ma si è intestardito e non mi vuole ascoltare. Potrei buttarlo fuori di casa, ma mi si stringe il cuore al pensiero che non abbia un posto dove andare.

Nell'appartamento è tutto buio. Sul piccolo terrazzo scorgo la sagoma di Will.

Mi trascino fino a lui.

Sta fumando.


- Will - dico, cercando di rimanere calmo.

Alza appena la testa, fissandomi.

- Dovresti smetterla. Se non lo sai, io lavoro per pagarci l'affitto, e non le tue sigarette! Anche se i miei genitori mi mandano qualcosa a fine mese, i soldi non aumentano se li spendi! - esplodo, agitandomi tutto e diventando rosso.

Non dovrei arrabbiarmi così, ma sono esausto e ho i nervi a pezzi.

Si fa scuro in volto e mi ignora, continuando a fumare.

Non sapendo cosa fare per attirare la sua attenzione, gli strappo la sigaretta di mano e lo bacio sulle labbra.

Alza la testa di scatto, scrutando il mio viso in cerca di qualche segno.

Arrossisco violentemente ma sostengo il suo sguardo.

Rimaniamo un po' così a fissarci, finché lui distoglie lo sguardo e dice:

- Non farlo mai più - quindi spegne la sigaretta e poi mi passa accanto.

- Io vado a dormire - aggiunge.

Annuisco.

- Ti lascio il letto, dormo io sul divano - asserisco, massaggiandomi le tempie.

L'appartamento non è molto grande, per cui io e Will ci alterniamo a dormire sul letto.


Vado in cucina, e accendo la luce. Non ho molta fame, ma qualcosa dovrò pur mangiare. Lo sguardo mi cade sull'arredamento semplice della stanza: un tavolo, due sedie, dei fiori finti. Sul tavolo, fa bella mostra di sé una piccola torta alle fragole, affiancata da un biglietto.

Il mio dolce preferito.

Prendo il biglietto e lo apro.

"Buon Compleanno, Nathaniel" c'è scritto, e sotto la firma svolazzante di Will.

Gli occhi mi si riempiono di lacrime senza che io lo voglia.


Mi dirigo in camera da letto, dove la luce è già stata spenta.

- Will - lo chiamo piano, ma sta già dormendo.

-

Note dell'autrice:
tadà! Perché mi guardate con quello sguardo omicida? Oh, forse volevate che arrivasse la ragazza? Mi pareva di dover scrivere qualcosa del genere... A parte gli scherzo, lo so. Avevo detto che arrivava, ma non sono sempre di parola. E poi dovevo incastrare questo capitolo, e metterlo dopo non aveva senso. Prometto che vi scrivo anche il prossimo capitolo. E ci sarà la fanciulla. Giurin giurello. Baci

sabato 1 novembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Will

Come un cane abbandonato, mi sono presentato alla porta del nuovo appartamento di Nate.

Ho solo uno zaino con me, e intanto diluvia. Sui miei vestiti, sui miei capelli, sul mio viso e sul mio corpo.

Mi apre immediatamente, poi sgrana gli occhi sorpreso. Dietro di lui noto alcuni scatoloni.


- Will! - esclama.

Abbozzo un "ciao" agitando la mano.

- Che è successo? Sei fradicio, vieni dentro - e mettendosi da parte, mi esorta ad entrare.

Butto senza tante cerimonie lo zaino in un angolo, poi mi sistemo.


- Che succede? - mi chiede nuovamente, preoccupato.

- Non ho un posto dove andare - rispondo semplicemente.

Mi fissa come se non credesse a ciò che ha appena sentito.

- Come? E i tuoi genitori? -

Scoppio in una risata amara.

- I miei genitori. Tsk. Loro non sono i miei genitori - dico con tono sprezzante, ma in verità dentro mi sento terribilmente ferito.

- ...? - mi guarda con aria interrogativa.

- Me l'hanno detto giusto oggi. Insomma, nessuno voleva adottare un bambino di due anni, così si sono sacrificati e l'hanno fatto loro. "Ci dispiace Will" e blabla. Tutte parole inutili - spiego, rimanendo a testa china.

Non vorrei che Nate si accorgesse che sto piangendo, ancora.


Non dovrebbe importarmi, infondo a me della gente non importa nulla, ma... ma era qualcosa in cui credevo. In questo momento il mio mondo cade a pezzi. È vero, loro mi hanno dato affetto e cresciuto come se fossi davvero loro figlio, e ora questo non dovrebbe cambiare, ma non ce la faccio. Mi fa troppo male restare in quella casa, quella in cui sono cresciuto, quella in cui io e Nate abbiamo passato i momenti più significativi della nostra giovane vita, quella che ora guarderei con occhi diversi.

- E perché... perché non resti da loro? Potresti fare in modo di non doverli vedere - replica gentilmente Nate.

- Non lo sopporto. Non lo sopporto! Non voglio rimanere lì! - quasi grido, e solo dopo mi accorgo di quanto io appaia infantile.

Nate resta in silenzio.

- Ti prego, Nat! Fammi restare da te, solo per un po'! Ti aiuterò... ti prego! - lo supplico, poi tiro su col naso. Sono davvero patetico. Ormai, tanto vale umiliarmi ancora un po' e ridurmi a implorare Nate.

Mi appoggia una mano sulla spalla, e alzo la testa.

Mi sorride dolcemente.

- Va tutto bene, Will. Puoi restare qui quanto vuoi - mi  rassicura, poi mi asciuga le lacrime.

Non me lo merito un amico così.

-

Note dell'autrice:
sono imperdonabile, lo so. Ieri non ho aggiornato, e oggi pensavo di non farcela. Invece... invece ecco qui un capitolo un po' triste, dove i nostri ragassuoli si ritrovano a vivere insieme! Per chi non l'avesse capito, la scuola è finita e Nat lavora (ma il suo impiego rimane segreto). Bisous