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martedì 30 dicembre 2014

Chains and Broken Dreams

SPECIALE DI FINE ANNO

(NO POV)

La luna risplendeva alta nel cielo scuro, ornato dalle sole stelle; in lontananza risuonavano già i primi fuochi d'artificio.

L'appartamento, rischiarato solo dal bagliore lunare, si illuminò all'improvviso d'una luce lieve, appartenente al display di un cellulare.

Nate sospirò.

"Ehi, Nathaniel! Non viene a divertirti un po' con noi? Dave" era il messaggio del suo capo. Il ragazzo lo fissò un attimo, scocciato, poi afferrò il telefono e scrisse una breve risposta.

"No, grazie per l'invito. Ho un impegno. Nathaniel" mentì spudoratamente, rimettendo a posto il cellulare.

In verità non aveva nessunissimo impegno, anzi, era a casa da solo, indeciso se aspettare lo scoccare della mezzanotte o andarsene a dormire e a quel paese l'anno nuovo.

Guardò l'orologio: le undici e mezza. Sbadigliò e si chiese se Will si stava divertendo. Era uscito poco prima delle nove, senza dire una parola, lanciandogli solo un breve sguardo, indecifrabile.

Di sicuro era andato a festeggiare il nuovo anno con Hope, pensò, sentendo come una miriade di lame affilate conficcarglisi nel cuore; ma d'altronde lo sapeva, era un amore sbagliato, il suo.

Si prese la testa fra le mani e trattenne un singhiozzo. Perché non poteva essere lei? Tirò l'ennesimo sospiro e si asciugò il viso con la manica della felpa. Controllò nuovamente l'ora: mancavano dieci minuti a mezzanotte.

È ingiusto, pensò, stringendo le labbra. È davvero ingiusto il fatto che io non festeggerò l'anno che viene con la persona che amo mentre lei sì. È ingiusto che lui non sia qui.

- È ingiusto! - gridò, sentendo il dolore nel petto pulsare e farsi vivo, come una ferita ancora aperta che non smette di sanguinare.

In risposta, solo il silenzio.

Ma ecco che d'improvviso sentì il rumore della chiave che gira nella toppa, e si chiese, amaramente, se non stesse pure diventando pazzo.

In quel momento Will entrò nella stanza, senza dire una parola, senza fare alcun cenno. Andò vicino a Nate e gli sedette affianco, in religioso silenzio.

- Will? Perché sei qui? Non dovresti essere con gli altri, a festeggiare? - domandò, incerto. Si sentiva un idiota, ed era pure sul punto di piangere.

Lui non rispose, limitandosi ad inclinare la testa e a fissarlo, due gemme scure come le notte che luccicavano in modo abbastanza inquietante.

- Perché stai piangendo? Non dovresti essere felice del nuovo anno? - domandò dopo un po' Will, interrompendo il silenzio cupo che gravava su entrambi.

- Io non sto... - provò a dire Nate, immediatamente interrotto da un singhiozzo.

- È solo che... che credevo che tu non saresti stato qui con me, e-e fa m-male - spiegò, singhiozzando incontrollatamente.

Nel buio della stanza, Will sorrise.

- Sciocco - disse, appoggiando una mano sulla testa di Nathaniel e scompigliandogli i capelli.

- Ma non è solo questo, vero? - aggiunse, non smettendo di carezzargli il capo. Conosceva Nathaniel, e sapeva quanto facilmente si facesse idee del tutto sbagliate.

- No, maledizione! Io... io credevo che tu fossi con lei - ammise Nate, mordendosi il labbro per non scoppiare a piangere, ancora.

Seguì una lunga pausa di silenzio, nella quale Nate si chiese se non aveva detto troppo e se ora Will si sarebbe alzato e se ne sarebbe andato da Hope, o se gli avrebbe detto di smetterla di frignare come un poppante e provare a crescere un po', senza di lui.

In entrambi i casi, pensò, sarebbe stata una tragedia.

Al contrario delle aspettative, però, Will si chinò su di lui, poggiando le mani sui suoi avambracci, e lo baciò con ferocia e passione, come se non lo facesse da una vita.

In quel momento un fuoco d'artificio enorme illuminò il cielo e i volti, e l'orologio suonò il rintocco che avvisava la mezzanotte.

Will si staccò appena da Nate, ansimando, e il ragazzo fra le sue braccia tremò.

- Felice anno nuovo, Nathaniel -

-

Note dell'autrice:
dedico questo capitolo a chi domani vorrà passare Capodanno con qualcuno che purtroppo non sarà lì, lo dedico a chi domani vorrebbe abbracciare qualcuno alle 23:59 e non potrà, e lo dedico a chi come me sa che questo sarà un anno come un altro ma augurerà a tutti un "felice anno nuovo" sperando col cuore che lo sia. Ma in particolare lo dedico a tre persone molto speciali e molto importanti per me, il mio cuore, il mio sorriso e la mia stella, che il 2015 sia un anno ricco di felicità, amore e belle cose. Un bacio e un abbraccio anche a voi che non siete qui con me e che vi sentite forse un po' tristi perché domani sarete soli, questo capitolo è per voi, e ricordate che non siete mai soli. A tutti, un felice anno nuovo!

lunedì 29 dicembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Will

La camera è immersa nel silenzio, tant'è che si può udire il lieve respiro l'uno dell'altro e il battito accelerato di entrambi, il buio che cala lentamente sui nostri volti celandone l'espressione ma non gli occhi, che luccicano come stelle.

Nate si muove contro il mio petto, stringendomi il collo con le braccia sottili ma forti, e lo sento sospirare vicino al mio orecchio.

- Cosa c'è? - sussurro, sentendo uno strano calore agitarsi nello stomaco.

- Ho sonno, Will - mormora in risposta, afferrando con poca delicatezza una ciocca dei miei capelli e tirandola piano. È abbastanza fastidioso, ma al contempo piacevole, così piacevole da non farmi emettere alcuna protesta o lamento.

- Vuoi andare a letto? - domando, sentendomi comunque un po' stupido per l'ovvietà.

- Solo se vieni anche tu... - dice, smettendo di giocare con i miei capelli. Stacca le braccia dal mio collo e a tentoni cerca un'altra parte di me dove poggiarle, infine trova le mie gambe e vi ci poggia le mani, fredde come un blocco di ghiaccio. Vengo colto da un brivido, ma resto in silenzio.

- Resisti ancora un po', okay? - mormoro a bassa voce, così piano che non sono nemmeno sicuro che mi abbia sentito.

- Va bene... racconta una storia - ordina, e nonostante sia piuttosto buio sono sicuro che sta sorridendo.

- Ma io... - inizio, subito interrotto da Nate, che mi poggia l'indice gelido sulle labbra.

- Avanti, mio poeta... - m'incalza, lasciandomi un veloce bacio a fior di labbra.

- E va bene - acconsento infine, pensandoci giusto un attimo

- Era il giorno di Natale, e un ragazzino se ne stava tutto solo a fissare la stanza priva di decorazioni natalizie... - comincio, perdendomi fin da subito nei ricordi. Nate mi rammenta ogni tanto che c'è con un mugugno o una pacca, ed io vado avanti finché non mi viene un dubbio; sto zitto per un po', a farmi compagnia solo il silenzio.

Nate dorme beato sulla mia spalla, le labbra lievemente increspate in un sorriso e il respiro calmo, di chi dorme senza una preoccupazione.

Sorrido anch'io e, guardandomi in giro nonostante sappia che non c'è nessuno a parte noi due, gli do un furtivo bacio sulla fronte, sussurrando "buonanotte, Nathaniel".

-

Note dell'autrice:
non so, ma ho l'impressione di aver scritto questo capitolo malissimo. Sono insoddisfatta. Ma vabbe', oggi è il 29 dicembre! Domani è il penultimo giorno dell'anno, dove vi scriverò lo Speciale di Fine Anno... anche se il 31, strano ma vero, non farò assolutamente nulla, augurerò giusto "Buon 2015" a mezzo mondo e farò il conto alla rovescia con qualcuno, il tutto immersa in una splendida monotonia. Baci

sabato 27 dicembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Nate

- Non mi lasciare, Will - dico con voce implorante, ma lui non risponde. Siamo vicini, eppure è distante.

Mi perdo nei suoi occhi e vengo travolto dalla corrente impetuosa dei suoi pensieri, così immensi da essere impossibili per me, ed intanto annego nella profondità del suo sguardo, della sua anima, che sembra ritrarsi e sfuggire, come un animale selvatico che rifiuta il contatto umano.

Capisco che dovrei lasciarlo andare, che Will non è come chiunque, lui non ha alcun reale bisogno del contatto umano, è un'anima diversa fra tante che per respirare, per vivere, ha bisogno di sentire il vento in faccia e la penna che gratta la carta mentre rincorre i pensieri del cuore.

Ma non posso lasciarlo andare perché al suo contrario io ho bisogno del calore e dell'affetto che mi può dare, e so che se non mi fosse più accanto lentamente perirei, come con soffocata malinconia perisce un animale da troppo tempo in gabbia, una persona malata d'amore.

Intreccia lentamente le dita alle mie, e torna a posare lo sguardo sulle mie labbra.

- Ti do il diritto di rinfacciarmelo quante volte vorrai, di dirmi "te l'avevo detto", di buttarmi fuori di casa, di fare qualunque cosa tu voglia, se mai lo farò - dice, accennando un sorriso.

- Non mi basta, ma farò finta che vada bene così - ribatto lentamente, cercando di sfuggire, a disagio, dal suo sguardo che fissa insistentemente la mia bocca.

La apro, la richiudo, non so cosa aggiungere e lui non mi da alcun appiglio; ma alla fine è Will a rompere il silenzio:

- Voglio solo dire, che nulla è per sempre - mormora, quasi come se cercasse di ricordarlo più a se stesso che a me.

- E allora approfitta del tempo, perché non torna - dico tornando a guardarlo, un po' intimorito, come quando si guarda una fiera allo zoo.

I suoi occhi scuri si colmano di calore e mi bacia per l'ennesima volta, togliendomi il fiato, i pensieri, le angustie.

Nulla di tutto ciò mi basta, ma ora che l'ho ottenuto mi va bene così, penso infine, mentre gli cingo il collo con le braccia e inspiro a fondo il suo odore forte, dolce, di casa e libri.

-

Note dell'autrice:
ha nevicato, oh sì. Per poco non mi mettevo a saltellare su e giù, come una tenera infante... ma bando alle ciance e ciance alle bande (cit. Denis, ihihi, cagami), quest'atmosfera con neve è più elettrizzante, no, magica del Natale! Mi invoglia a scrivere, yea. Però ora vado a gi-... affari miei, ciau.

venerdì 26 dicembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Will

Sto ancora stringendo Nate tra le mie braccia, forte, come se non volessi più lasciarlo andare. Mentre aspetto che si calmi, e che io mi calmi, chiudo gli occhi.

Dietro le mie palpebre serrate scorrono i ricordi come fulminei flashback, e non ne manca uno in cui non ci sia Nate: il nostro primo litigio, il nostro primo bacio, il letto troppo piccolo per contenere entrambi, abbracciati come koala, i sorrisi e gli scherzi, le risate e gli immancabili silenzi, le lacrime e le grida, ogni momento è vivido nella mia mente come uno sdolcinatissimo romanzo per ragazzine innamorate.

Riapro gli occhi di scatto ed espiro.

Penso davvero ciò che ho detto; non sarebbe dovuto andare così, nulla, ma la vita è ciò che accade mentre tu stai a fare piani e alla fine o ti adegui o soccombi.

Ma mentre pondero come mio solito, capisco che non puoi sapere come andranno le cose, non puoi imporre il tuo volere al destino. E non puoi sopprimere un sentimento perché non lo accetti, non puoi negare la verità perché non la vuoi vedere.

Ritorno alla realtà nel momento in cui mi sento strattonare delicatamente per una manica:

- Will? Tutto bene? - mi chiede Nate, guardandomi ansiosamente. I suoi occhi sono ancora lucidi di pianto e le sue labbra stirate in una smorfia preoccupata, ma il suo petto ora si abbassa con calma, non più agitato.

Lo fisso in silenzio, e il mio sguardo si poggia indisturbato sulla sua bocca socchiusa, terribilmente invitante e che mi istiga a baciarlo come se non ci fosse un domani.

"Controllati, Will" dice lontana la vocina della coscienza, ma è così flebile che non la odo.

Lo bacio e lo so, lo so che è tremendamente sbagliato, lo so che il mio cuore era già promesso ad un'altra, lo so che non doveva andare così, mille volte lo so, ma sai una cosa, vita? È andata così ed io non ho intenzione di soccombere, anche a costo di farmi travolgere da qualcosa che non ho mai capito e che tuttora non capisco.

Ci stacchiamo dopo quella che pare un'eternità, e lui prende un lungo respiro, a corto di fiato. Mi guarda negli occhi, nei suoi balena una flebile domanda a cui io non sono sicuro di voler rispondere.

- Non mi lasciare, Will -

-

Note dell'autrice:
e finalmente sono tornata! Sinceramente volevo scrivere di più, ma poi una vocina detta "pigrizia" mi ha sussurrato: "ma sei impazzita?!" e io le ho dato ascolto. Mi piacerebbe tanto tanto che mi lasciaste un commento, se vi piace la storia e se apprezzate come procede, o se vorreste cambiare qualcosa. Mi dispiace per chi shippa questa coppia (anche io, ah...) ma avrà una brutta sorpresa, e d'altra parte non posso cambiare radicalmente le cose, ho messo Hope perché con Hope finirà, a buon intenditore poche parole. Ora vado, bacioni

mercoledì 24 dicembre 2014

Chains and Broken Dreams

SPECIALE DI NATALE - Flashback

(NO POV)

Rumore della porta che si apre. Will rimase immobile a contemplare il salotto vuoto, ed anche lui, nonostante fosse Natale, si sentiva vuoto.

- Nathaniel, sei gentilissimo ad essere venuto anche oggi, davvero! Su su, vieni dentro. Will è di sopra - disse la voce di sua madre da basso.

Suono di passi lungo le scale. Will voltò appena il capo in direzione dell'ospite: un ragazzino spettinato e con le guance rosse dal freddo, un sorriso enorme e infantile stampato sul viso.

- Ciao, Will! - esclamò tutto pimpante.

L'amico abbozzò una smorfia a parvenza di sorriso.

- Ciao - replicò in tono neutro.

- E l'albero? Non fate l'albero? - domandò sorpreso il piccolo Nathaniel, guardando in giro.

- No - rispose lapidario Will, spostando nuovamente lo sguardo sulla stanza priva di decorazioni natalizie. Nathaniel parve comprendere lo stato d'animo dell'amico e tacque, tenendo per sé l'entusiasmo e le domande che voleva porgli.

- ... e i regali? Almeno quelli li ricevi? - chiese timidamente, gli occhioni da cerbiatto d'improvviso tristi.

- Non... i regali sono per i bambini - ribatté, evitando accuratamente di incontrare lo sguardo dell'amico.

- Non si è mai troppo grandi per i regali, lo sai? - disse Nathaniel, tornando ad avere un'espressione rilassata.

- Non ho bisogno di regali, ma anche se volessi qualcosa?... non ho bisogno di giochi o altro, ma, ecco, io... - incurvò le spalle e si incupì, strizzando i lembi della maglia con foga.

- Posso essere io il tuo regalo, se ti vuoi - propose con dolcezza il ragazzino castano, sorridendo.

Will non rispose, limitandosi ad alzare il capo, mostrando i bei occhi neri pieni di lacrime. Il corpo di Nate ebbe un sussulto, poi spalancò le braccia, dove l'altro si rifugiò lentamente, mostrando quanto grande in verità fosse il suo bisogno d'affetto e calore.

E sempre lentamente i due amici si strinsero l'un l'altro, mormorandosi un augurio di buon Natale che entrambi accolsero nel proprio cuore con rinnovato calore, mentre donavano all'altro il regalo più bello e prezioso al mondo, se stessi.

-

Note dell'autrice:
innanzitutto, buona Vigilia di Natale a tutti! Domani è improbabile che io scriva, è Natale e anche se non lo festeggio ho comunque le mie cose da fare... ma veniamo al dunque: vi piace il capitolo? Sinceramente a me questi due da piccoli fanno impazzire, sono troppo aww, con Will sempre cupo e tutto serioso, un cucciolo di orso in pratica, e Nate tutto così carino e dolcioso, un peluchino da strapazzare. Sto scrivendo troppo, vi lascio. Buona Vigilia e buon Natale!


domenica 21 dicembre 2014

Chains and Broken Dreams

 POV Nate

Nella stanza regna il silenzio, rotto solo dai nostri respiri e dal suono delle nostre bocche che si scontrano.

È tutto così perfetto e dolce e romantico, che pare impossibile sia destinato a finire. Ma tutte le belle cose finiscono, e al "e vissero felici e contenti" credono solo i bambini.

- Vorrei che questo momento non finisse mai - dico piano, esprimendo ad alta voce i miei pensieri. Will alza la testa di scatto, sconcertato, e mi fissa.

Si rabbuia in viso e si scosta da me, alzandosi e dandomi le spalle. Mi sento ferito e al contempo mi chiedo cos'ho detto di sbagliato. Un attimo prima eravamo spensierati e tra di noi correva un sentimento che da troppo ormai desideravo, ma ora un'aura carica di cattivi presagi grava su i nostri animi come un macigno.

Nonostante tutto, tiro fuori un briciolo di coraggio che mi rimane e mi tiro su, appoggiandomi sui gomiti:

- Will... - lo chiamo, cercando di non farlo sembrare un lamento.

Lui emette un verso soffocato e si prende la testa fra le mani.

- Non doveva andare così! Non... doveva... Non doveva andare così. - sussurra con voce frustrata e sofferente.

- Non doveva andare così cosa? - domando timidamente, e lui mi lancia un'occhiata vuota, come se non mi vedesse.

- Non avresti dovuto innamorarti di me - dice con freddezza.

Mi arriva dritto al cuore come una pugnalata, e fa male. Molto male. Per un attimo non sento più nulla, c'è solo il dolore e *il dolore esige di essere sentito. Chiudo e riapro gli occhi, poi prendo un gran respiro.

- Non saresti dovuto venire qui - dico io, sentendo la testa pulsare. Ignoro le fitte e lo spio di sottecchi. Scuote la testa.

- Sei l'ultima persona che mi rimane - ribatte con voce colma di tristezza, ricordandomi la sua solitudine struggente.

- Esci da questa casa - lo imploro, nonostante sappia che me ne pentirò, eccome se me ne pentirò.

- Nathaniel... - sussurra, gli occhi grandi e lucidi, supplicanti.

No. Ti prego, no. Lo sai che mi chiami così... non sarò più capace di lasciarti andare una volta per tutte. Non puoi farmi questo, Will.

- Vattene, Will - ripeto, cercando di avere un tono duro, ma pare una supplica.

Lui mi ignora e mi viene vicino, accucciandosi e abbracciandomi come se non volesse più lasciarmi andare.

- Ti prego, perdonami. Sono un mostro. Non ti merito. Ma sei l'unica persona che mi resta - soffia vicino al mio orecchio, affondando il viso nell'incavo del mio collo.

Sento le sue lacrime sfiorarmi il collo, poi un singulto molto poco silenzioso lo tradisce. Basta un attimo perché le mie spalle vengano scosse da un sussulto, che segue un singhiozzo, e poi entrambi ci ritroviamo a tirar su col naso.

Si scosta nuovamente da me e appoggia la fronte alla mia, tenendo gli occhi chiusi, quindi mi asciuga le lacrime con il pollice.

- Non piangere, ti prego. Non posso sopportare il fatto di esserne io la causa - mormora, riaprendo lentamente gli occhi: sono grandi e lucidi, scintillano come il pelo di un cavallo frisone appena strigliato.

Non riesco a reprimere un singhiozzo, che rotola fuori dalla mia bocca in modo drammatico e sofferente.

Will pare capire la gravità della situazione e mi bacia con estenuante lentezza e passione; i suoi baci hanno il gusto del proibito e nell'insieme sono dolci e struggenti, intrisi di una malinconia che ormai fa parte di lui.

Ci stringiamo nuovamente l'un l'altro, come due naufraghi che sperano di essere salvati, come due persone spaurite e in procinto di annegare che fanno appiglio ad un'ancora.

-

Note dell'autrice:
*Colpa delle stelle
E così sono ritornata, ormai non ci speravate più, eh? Sono un disastro, lo so. Per tutti i miei cari fansetti, un avviso: sto scrivendo una storia a quattro mani con la migliore amica Denis di EFP (lì lei si chiama Portgas D. Denis x ace, credo di averlo scritto giusto) e si intitola "Ti amo, stupida!". Se vi va, fateci un salto. Ora però devo proprio scappare, un saluto a tutti

martedì 16 dicembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Will

Il pomeriggio è arrivato in un baleno, e il resto della giornata la passo praticamente oziando, seduto al tavolo con il mio quaderno fra le mani e Nate dall'altro lato che mi fissa di sottecchi, per poi distogliere lo sguardo quando lo guardo.

Quando non ho più idee e smetto di scribacchiare, decido di salire in camera, dal cui terrazzo si gode una buona vista del cielo.

Così mi alzo dalla sedia, attirando subito l'attenzione di Nate, che fa scattare la testa in alto e mi guarda cautamente. Cercando di non ridere sotto i baffi, gli restituisco uno sguardo languido, avviandomi per le scale.

Non udendo alcun rumore, mi volto a guardarlo da sopra la spalla. Ora è dubbioso e incerto, sembra mi stia chiedendo se può seguirmi. Con un sospiro e un cenno, lo invito ad appropinquarsi.

Si alza di scatto dalla sedia, mancano giusto un paio di orecchie e la coda ed è un cagnolino scodinzolante. Sembra accorgersi dell'ilarità che sta scatenando in me e cerca di darsi un contegno, iniziando ad avviarsi dietro di me come un bradipo sonnolente.

Alla fine mi piazzo davanti alla finestra che da sul terrazzo ad osservare il cielo, è ormai pomeriggio inoltrato e il tramonto colora ogni cosa di sfumature arancio e oro.

Lui appare poco dopo sulla soglia, e, cauto, scivola per la stanza a passi felpati, come un gatto, giungendo a sedere sul letto, pare quasi che abbia timore di me, ha persa tutta la baldanza di prima.

Mal trattenendo una risata, mi volto per meglio guardarlo.

- Lo sai che non mordo? - chiedo, divertito, soffocando un sorriso.

Nate arrossisce lievemente e, timido, mi viene vicino, sedendosi al mio fianco in modo composto e quasi rigido, come se volesse tenere le distanze. O come se toccarmi mi sporcasse.

Con un enorme sospiro e una rapida mossa lo imprigiono tra le mie braccia, appoggiando il mento nell'incavo del suo collo e il quaderno sulle sue gambe. Rilassato, riprendo a scrivere, mentre lui, ancora sorpreso, quasi non respira, forse per paura di spezzare l'incanto.

Con uno scatto chiudo il quaderno, facendo sussultare Nate, che però resta in silenzio. Questo ragazzo mi farà impazzire.

Infilo il naso nei suoi capelli morbidi e lentamente inspiro, il suo profumo è dolce e familiare, e incredibilmente rilassante. Quando ho finito, passo nuovamente il naso nel suo collo, dove il suo odore è ancora più intenso e inebriante.

All'improvviso le sue spalle vengono scosse da un singulto e poi scoppia a ridere:

- Will... mi fai il solletico! - esclama, cercando di proteggersi dal mio fulmineo attacco alla sua pancia, senza grandi risultati.

Alla fine ci ritroviamo spalmati l'un sull'altro, a ridere ancora come un tempo, come quando eravamo bambini. Arriva il momento in cui i nostri sguardi si incontrano e i nostri occhi luccicano nel medesimo istante, mentre il battito del cuore sale alle stelle e il cuore si ferma in gola.

Nate si morde il labbro inferiore, e in un secondo perdo la ragione e lo bacio, senza pensare, senza riflettere.

- Will... - sussurra al mio orecchio, e io lo abbraccio stretto per non lasciarmi tentare da un certo istinto animale.

- Vorrei che questo momento non finisse mai - dice piano, facendomi alzare di scatto la testa. Vorrei che mai avessi pronunciato queste parole, mio piccolo Nathaniel, perché tutto prima o poi finisce, anche io. E se non ci sarò più, e se soffrirai, potrai mai perdonarmi? E io, io potrò mai farlo?

Orsù, destino, lo so che giocare col fuoco è pericoloso, lo so che alla fine ti scotti, ma se tanto dai, tanto ti ritorna. E allora prendi queste due anime diametralmente opposte e fa' di esse una sola, ma non farci perdere ciò che ci resta, sempre se già persi non siamo.

-

Note dell'autrice:
YAY! Nonostante sia tornata a casa presto per via di un molesto mal di pancia, ho finito solo ora di scrivere. Spero che vi piaccia il cappy, a me sinceramente fa un po' schifino, e comunque l'ultimo paragrafo è sì farina del mio sacco. Anche se non so se è comprensibile o se sono solo un mucchio di baggianate. Vabbe', devo andare. Bisous

lunedì 15 dicembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Nate

- Nathaniel... -

Ecco, lo so. Sta per succedere Qualcosa con la q maiuscola, me lo sento.

Sostengo lo sguardo di Will con un coraggio che in verità non ho, perché dentro di me mi sento a soqquadro come mai mi son sentito, sottosopra, rivoltato come un calzino in lavatrice.

Sinceramente, non ci sto capendo più niente. Volevo finalmente confessare i miei sentimenti, ma sono stato baciato ripetutamente da Will e ora...

Ora ciò che sta per dire è cruciale. Può spezzarmi irreparabilmente o darmi la certezza che più desidero. È strano come una sola persona possa farci sentire vivi ma al contempo ucciderci.

Ed è paradossale il fatto che *non possiamo scegliere le nostre ferite, ma possiamo scegliere chi ci ferirà. Ma questo è un altro discorso.

- ... magari tu lo hai scordato, ma **il mio mondo ruota e sempre ruoterà attorno a te - dice Will, guardandomi con i suoi profondi occhi neri. Mi scruta a fondo e sento il suo sguardo penetrarmi nell'anima, scombussolandomi più di quanto non sia già.

Lo fisso sconvolto, le guance rosse dal freddo, il cuore che non ne vuole sapere di battere in modo regolare.

- D-davvero? - trovo il coraggio di chiedere, dandomi subito dell'idiota per aver spezzato l'idilliaco momento.

Lui sorride in quel modo così speciale, che mi fa sciogliere come neve al sole, poi si avvicina a me e mi bacia ancora, lentamente e con passione.

- Tu che dici? - mi chiede divertito.

Non rispondo e lo abbraccio forte, anche per non mostrargli che sto piangendo, sì piangendo, ma di gioia.

-

Note dell'autrice:
*Colpa delle stelle
**frase modificata tratta da Junjou Romantica, in particolare la Junjou Egoist. Li shippo tantissimo quei due, aw.
Allora? Siete contenti? Lo so, sono perennemente in ritardo, ma cosa ci posso fare? Oltretutto in questi giorni ho dei problemi in famiglia e per questo potrei essere ancora più in ritardo... comunque vi va l'idea di uno speciale di Capodanno? Ovviamente non mi metterei a scrivere l'ultimo dell'anno ma il giorno prima... vabbe', ancora una settimana e due giorni e poi vacanze! così sarò tutta per voi! - forse - Bacioni

venerdì 12 dicembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Will

- Will, io... - inizia a dire Nate, e tutto nella sua espressione ispira tenerezza. E al tempo stesso fa male, perché i suoi grandi occhioni da cerbiatto sono tutti lucidi e tristi e supplicanti, e le sue labbra sottili stanno cercando le parole adatte per sganciare la bomba, perché non può che essere una bomba ciò che sta per dire.

E il cuore mi duole in maniera incredibile, perché ho finalmente capito cosa mi vuole dire e non so se sono capace di dargli ciò di cui ha bisogno. Ma soprattutto so di averlo, infondo, sempre saputo, ed essere stato cieco, essermi volontariamente rifiutato di vedere i suoi reali sentimenti.

Fra la terribile confusione mentale che ho nella testa, un pensiero spicca fra gli altri: ma io cosa provo davvero?

Ed è tutto un rimescolarsi di pensieri e sentimenti, prima confusi e poi sempre più chiari, fino a diventare inequivocabili.

Io amo il mio migliore amico, anche se non al suo stesso modo e neanche nel modo in cui amo Hope. Lo amo, e semplicemente ho deciso di smettere di fuggire da ciò che mi spaventa e affrontarlo, smettere di farmi inseguire e lasciarmi prendere.

Che importa quanto durerà?

Così spengo ancora una volta la ragione e stacco il mio corpo da quello di Nate rapidamente, per poi riavvicinarmi senza preavviso, e congiungo le nostre labbra in un bacio all'apparenza banale, ma ricco di sentimenti e parole non dette.

Un bacio che pare durare all'infinito, e che devo forzatamente concludere quando mi accorgo di essere a corto di fiato. Senza allontanarmi troppo, appoggio la mia fronte a quella di Nate e respiro. I nostri sguardi si cercano e si rincorrono, incatenati come solo due anime inseparabili possono essere.

- Ti amo - mormoro a un centimetro dalle sue labbra, troppo piano perché mi possa sentire. Ma forse è meglio così.

I suoi occhi mi scrutano a fondo, incredibilmente grandi e dilatati, cercano una risposta fra le mille domande che angustiano il suo grande cuore.

Non resisto alla tentazione delle sue labbra rosee e lo bacio di nuovo, assaporando ogni minuto che passa, ogni respiro che non mi concedo e che non gli concedo.

Alla fine scosto appena il viso dal suo e lo fisso dritto negli occhi, e Nate sostiene il mio sguardo con rinnovato coraggio.

- Nathaniel... -

-

Note dell'autrice:
non avevo previsto questo sviluppo, no. Ma visto che a una delle mie lettrici preferite (e una delle uniche...) pare piacere molto questo pairing, e dato che avevo voglia di fluff, mi son detta "perché no?". Ora, con ciò, non aspettatevi chissà che. Non ho belle notizie per voi, in quanto a finale. Muahaha. Bacioni

Chains and Broken Dreams

POV Nate

Il mattino seguente, al risveglio dalla giornata, passata, troppo strana, non riesco a provare alcun senso di colpa ad aver baciato Will.

Stavolta è il mio turno di trovare il vuoto affianco a me, di lasciar avvolgere il cuore dai brividi per la mancanza di un corpo caldo e vivo contro il mio. Senza preoccuparmi di cercare qualcosa per riscaldarmi, barcollo assonnatamente fino alla mia fonte di calore, che se ne sta immobile sul terrazzo a fissare l'orizzonte, assorto.

Dio, anche visto così, con il corpo vestito della t-shirt e dei pantaloni che usa per dormire, i capelli arruffati e il sole nascente che lo sfiora appena, è bellissimo.

Lo raggiungo, ignorando i sussulti improvvisi del mio corpo che non riesce ad abituarsi al repentino cambio di temperatura, e cerco goffamente di stringerlo a me passandogli un braccio attorno alla vita.

Ci scambiamo qualche breve battuta, dialogo scarso e prettamente usato dai comuni mortali come me. All'improvviso qualcosa nell'aria pare cambiare, modificarsi, e tutto d'un tratto Will mi stringe contro di sé.

- Vieni qui, Nat. Ti voglio bene - dice, facendomi sentire caldo e protetto, al sicuro.

Già, e io ti amo. Bel casino.

E in un secondo mi pare tutto chiaro, o quasi. Non posso più andare avanti così, reprimendo sentimenti e parole solo per... per cosa, poi? Non lo so nemmeno io.

- Will, io... -

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Note dell'autrice:
ho voglia di dare una bella svolta all'esitante procedere della relazione fra questi due. E voi, che dite? Sono troppo lenta? Troppo frettolosa? Cosa vorrà dire il nostro caro Nathaniel? Magari ve ne posto un altro, se mi implorate (ma basta chiedere per favore). Kisses

giovedì 11 dicembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Will

Riacquisto un poco di lucidità, ma non abbastanza per dire o fare qualunque cosa. Così, ansimante e illogicamente terrorizzato dal silenzio che ci circonda, rimango immobile ad aspettare che accada qualcosa.

Nate pare cogliere il mio nervosismo e, stretto il mio polso, mi tira su con un unico, fluido movimento. Nel buio, poco presente con la mente, mi lascio trascinare in camera da letto, dove mi lascia cadere senza tante cerimonie sul letto.

Quindi, senza una parola, accende la luce e inizia a spogliarsi, dandomi la schiena. Non c'è bisogno di dialogo per capire che è turbato, nonostante non sia sicuro del motivo. Lo fisso a lungo, imbambolato, per poi distogliere lo sguardo quando si gira a lanciarmi un'occhiata così profonda da farmi rabbrividire.

Mi riscuoto dal mio stato di trance e inizio anch'io a svestirmi, senza preoccuparmi di cercare il mio pigiama. Infine mi infilo sotto le coperte, e dopo poco mi raggiunge anche Nate, scivolando al mio fianco silenzioso come un gatto.

Stiamo l'uno di fianco all'altro, ma Nate non mi è mai parso tanto irraggiungibile come adesso. È lontano, distante da me e da tutto ciò che lo circonda. Abbiamo dormito tante volte insieme, abbracciati come koala, riscaldandoci vicendevolmente, ed ora pariamo due estranei.

Ognuno rimane in compagnia dei propri pensieri per un tempo indefinito, poi finalmente il sonno giunge a prenderci, togliendoci dall'impiccio di ignorarci a vicenda.


Il mattino seguente, senza un apparente motivo, mi sveglio prima che sorga il sole, forse è il destino che vuole regalarmi la magnifica esperienza di ammirare il sole che lentamente sale in cielo.

Non appena mi stufo di stare sotto le coperte, quasi imbarazzato del fatto che non posso fare a meno di fissare Nate, scivolo fuori dal letto e, in punta di piedi, esco sul terrazzo.

Nell'immediato momento in cui le mie membra ancora calde di letto entrano in contatto con l'aria fresca e frizzante del mattino, un potente starnuto coglie il mio naso, che senza tanti riguardi emette più rumore di un branco di elefanti, riversando il viscido contenuto qua e là.

Poi, finalmente, nel buio del mattino non ancora nato, ecco spuntare un chiarore lungo l'orizzonte, accendendo lentamente la volta celeste dei caldi colori del sole.

Ed ecco che, con la stessa graduata intensità con cui il cielo si tinge d'oro, il mio cuore si gonfia e si riempie di calore, mentre inspiro a pieni polmoni quest'aria invernale che sa così tanto di primavera.

Come quando sto sotto la pioggia, mi sento così vivo.

Infine, appaiono i timidi raggi del sole, e luci dell'alba accendono tutto e tutti, sfiorano il mio viso, gli alberi, gli uccellini addormentati, e spazzano via le nubi del mio cuore, facendomi sentire finalmente sereno e in pace col mondo.

Non ho voglia di pensare, ma mi ritrovo comunque a farlo. Non sono un ottimista. Non sono un pessimista. Non prendo con filosofia la vita. Penso che l'amore e tutti i sentimenti in generali ci rendano fragili, e penso che se ti arrendi hai finito. Il tuo turno è passato, la tua chance l'hai avuta. Vivere non è per tutti, ma o ti adegui o affondi.

Ma questa scena, l'alba, che si ripete ogni giorno e ogni giorno con la stessa soffusa magnificenza, non può che illuminarmi sul fatto che oggi è un nuovo giorno. Nuovo giorno, nuova alba, nuovi sentimenti.

Un braccio tremante mi avvolge la vita e un corpo caldo aderisce al mio come un guanto, mentre un fiato, sottile per il freddo improvviso, giunge al mio orecchio.

- Cosa fai in piedi a quest'ora, Will? - chiede Nate con voce assonnata, e si vede che sta lottando contro l'impulso di mandarmi al diavolo e ritornarsene a dormire dalla sua espressione crucciata.

- Guardavo l'alba - rispondo, nascondendo un sorriso di tenerezza per i suoi sbadigli da cucciolo.

- È di sicuro un bello spettacolo - concorda, stando poi zitto e facendo sprofondare entrambi in un silenzio imbarazzato che provoca forte disagio.

Sento il bisogno di riempirlo, ma tutte le parole paiono futili e fuori posto. Non riesco a capire di preciso cosa turba Nate, ma sento il bisogno di rassicurarlo su qualcosa, di fargli capire che io ci sono, che sono qui.

E vi dico, se avete qualcosa da dire, non state zitti. Anche se lo date per scontato, anche se la persona a cui dovete quella cosa la sa già, ditegliela.

Basta scappare, Will. I problemi non si risolvono fuggendo, e l'ho capito solo ora.

Così, prendo un lungo respiro e spengo la razionalità e il buon senso. Voglio essere solo me stesso.

- Vieni qui, Nat. Ti voglio bene - dico, tirandolo a me e stringendolo più forte.


Questa è l'alba di un nuovo giorno.

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Note dell'autrice:
con quasi una settimana di ritardo, vi posto questo capitolo che, strano ma vero, avevo una voglia matta di scrivere! Vi prego, perdonatemi. Lo so che siete pronti a scendere sul piede di guerra per richiedermi più buona volontà e meno pigrizia, ma... sarà il clima natalizio, sarà il fatto che riesco ad accampare mille scuse mentali per non scrivere, sarà quel che sarà ma sono imperdonabile. Scusate ancora. Baci

sabato 6 dicembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Nate

Dopo aver visto Will e Hope baciarsi, ho deciso di fare due passi, giusto per riordinare i pensieri. E le emozioni.

Così, incurante del tempo che passava, mi sono diretto al supermercato per rifornire il frigo e la dispensa. Lì, nei corridoi semi-deserti, non ho fatto altro che rimuginare e rimuginare. Prendevo una carota, ed ecco che nella mia mente appariva l'immagine di Will e Hope che si baciano. Afferravo una scatola di cereali? Stessa storia.
Nella mia mente era un continuo alternarsi di Will che bacia Hope e io che lo bacio.

Appena uscito dal negozio l'aria fredda mi ha schiaffeggiato crudelmente, beffandosi del fatto che indosso indumenti alquanto leggeri.

Mentre cammino per le strade vuote, illuminate dalla lieve e mal funzionante luce dei lampioni, un unico pensiero, anzi parola, si ripete all'infinito nella mia mente.

Bacio - bacio - bacio - b...

Nonostante mi senta ferito dalla naturale piega degli eventi, ho un desiderio sfrenato di vedere Will. Di avere in qualche modo la mia rivincita su quella ragazza. Di dimostrare che lui è ancora mio.

Mio.

Rientro all'appartamento ed è tutto buio, ciò mi fa dubitare che Will sia rientrato. Poggio le borse con la spesa in cucina, poi vado in salotto, dove odo il lievissimo e calmo respiro di Will, oltre ad intravederne la sagoma imponente accasciata contro il muro.

Mi abbasso al suo livello, poggiandomi sui talloni, e al buio ammiro il suo petto alzarsi ed abbassarsi ritmicamente, immerso in un sonno tranquillo e privo di sogni.

Ormai estasiato nell'ammirare la qui presente creatura dormiente, mi lascio cadere in tentazione e inizio ad accarezzare con dolcezza i capelli di Will, cercando di non svegliarlo.

Ma alla fine si sveglia comunque, e mi chiama con voce assonnata e un poco confusa, facendomi sciogliere come neve al sole. Dev'essere sfinito, poverino.

È lì che, letteralmente, mi si accende la lampadina in testa e colgo la palla al balzo. Così gli faccio segno di stare in silenzio e sorrido, sorrido con tutto il calore di cui dispongo, prima di bloccargli con fermezza i polsi con le mie mani. Infine mi lascio trasportare dalle emozioni travolgenti che mi tormentano da tempo e lo bacio, mettendoci tutto l'amore che provo per lui.

Quando mi scosto, lentamente, una terribile sensazione di vuoto grava sul mio cuore e una domanda lampeggia nel mio sguardo ora amareggiato: è stato un errore?

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Note dell'autrice:
è scritto da schifo questo capitolo, lo so. È solo che... che non avevo voglia di scrivere e non avevo idee, e oltretutto ho qua davanti il mio blocchetto da disegno che mi chiama... quindi io rispondo. Baci


venerdì 5 dicembre 2014

Chains and Broken Dreams

POV Will

Rientro all'appartamento di Nate col fiatone, appoggiando distrattamente la giacca sull'appendiabiti e scalciando le scarpe in un angolo, con un gesto stizzito.

"Idiota, idiota, idiota" mi ripeto in continuazione. Sono un vero idiota. Non sono più capace di controllare le mie azioni. Il mio corpo. E quello, prima... era Nate?

Mi gira la testa, è buio e vedo tutto delineato con contorni nebulosi, come quando si sta per piangere. Barcollando, mi trascino fino a quello che penso sia il divano, ma, una volta accasciatomi contro, noto essere il muro.

Non sono abituato a correre così tanto, e il corpo me ne da l'ennesima dimostrazione con delle fitte acute al petto e ai muscoli delle gambe. Gemo penosamente, non c'è nessuno in casa, e lascio che la stanchezza prenda il sopravvento su di me, chiudendo gli occhi e ricevendo un immediato sollievo ai muscoli in fiamme.

Mentre mi riposo contro la superficie fredda del muro, i pensieri corrono a ruota libera, alternandosi con visioni sfocate e ricordi lontani.

Perché mi sto lasciando prendere da tutte queste cose così umane? Perché devo provare questi sentimenti? Sto perdendo me stesso. Non so più chi sono. Cosa sono. Cosa voglio. Io col genere umano non voglio averne a che fare. È sbagliato perdersi in sentimenti futili, che non ci porteranno altro che alla follia.

È sbagliato, dannatamente sbagliato. Ma forse tutti gli esseri umani sono fatti per questo. Per diventare folli, succubi di qualcosa più grande di noi. Nessuno escluso. Neppure io.

Non so che ore sono, ma percepisco la chiave che gira nella toppa. Dev'essere Nate, penso, in un ultimo slancio di lucidità. Purtroppo sono troppo debole e assente per oppormi al languido potere del sonno, che mi coglie con una velocità sorprendente, e, prima che possa provare a resistervi, sono già sprofondato nel buio avvolgente e calmo del sonno.

Possono essere passate due ore come tre minuti, ma mi sveglio solo quando sento una mano fra i capelli accarezzarmeli dolcemente e giocherellare con le ciocche come si fa con un cucciolo dal pelo arruffato.

Socchiudo lentamente gli occhi, mettendo a fuoco il contorno sfocato di Nate.

- N-nate... - biascico con la voce impastata di sonno.

- Shh - mormora lui, portandomi l'indice alle labbra e sorridendo.

Cosa...?

Sento il suo fiato caldo accarezzarmi una guancia, e poi le sue mani stringermi delicatamente i polsi, mentre poggia le sue labbra sulle mie.

Sfinito come sono, non saprei dire se è solo un sogno o la realtà. Ma anche se fosse realtà, non ho la forza di dibattermi.

E nel buio resto immobile, cercando di regolarizzare il respiro, lasciandomi cullare dal profumo così familiare di Nate e dalla dolcezza delle sue labbra.

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Note dell'autrice:
chiedo venia per il mio imperdonabile ritardo e la mia pigrizia oltremodo vergognosa. Levatevi quegli sguardi omicidi, non credete che mi sia già preparata (la fossa) per questo? Nella follia di questa pre-influenza ho messo questa scena non prevista, (indovinate di che parlo...) spero vi piaccia. Non aggiungo altro, altrimenti so che verreste sotto la porta di casa mia armati... (di cosa, lascio a voi la scelta)! Non cambio mai, eh? Okay okay, vado!!! E mettete giù quei pomodori!! Baci