mercoledì 4 febbraio 2015

Chains and Broken Dreams

POV Nate

Click! è il rumore che produce la chiave girando nella serratura, segno che Will sta rientrando. Ed è a questo pensiero che il mio cuore fa una capriola all'indietro, mentre io cerco di fingermi indifferente e vado ad aspettarlo alla porta.

Appena entra vengo travolto da un uragano di passione, ritrovandomi con le labbra fameliche di Will incollate alle mie. Vorrei giusto scostarmi per tirare il fiato, ma non me lo permette, stringendomi forte a sé.

- Mpf...! W-will, non... respiro - ansimo, riuscendo finalmente a staccarmi da lui. In viso ha un'espressione stravolta - o sconvolta? - e i suoi occhi sono due pozzi colmi di rimorso, tristezza, dispiacere.

- Cosa...? - inizio a chiedere. Scuote la testa, una risata amara riecheggia per la stanza.

- La mia vita. È un disastro. Non avrei mai dovuto incontrarti, né permetterti di diventare tanto importante per me da portarmi alla follia. Chi ama è folle - dice, lo sguardo che si fa sfuggente. Vorrei gridargli che non c'è nulla di male nell'essere folli, che non al cuore non si comanda, ma tutto quello che faccio è abbassare il capo:

- Lo so - mormoro semplicemente, torturandomi il labbro inferiore con i denti - ma ormai è troppo tardi - continuo, sollevando la testa di colpo, quasi in segno di sfida. A chi la voglio dare a bere? Sono stanco di combattere questa guerra infinita, voglio solo gettare le armi e arrendermi, inseguire la vittoria non mi porterà effettivamente a conseguirla.

- Non è mai troppo tardi - ribatte, negli occhi gli balena una scintilla combattiva.

Colpisco il muro con un pugno.

- Non è mai troppo tardi? Allora lo vedi, l'abisso? Per quanto vuoi restartene in bilico sul baratro a fissare ciò che ti spaventa? Dovrai buttarti prima o poi, Will, perché è solo facendolo che potrai dire se effettivamente è così terribile o no. Che sarà mai uno sbaglio? Tutti sbagliano, tutti fanno errori. C'è chi ne fa di piccoli, chi di madornali, ma insomma, per quanto ancora vuoi restartene lì, al sicuro da ciò che pensi di non poter affrontare? - sbotto con una schiettezza che non pensavo di possedere. Lui mi fissa meravigliato, a bocca aperta. D'improvviso mi rendo conto di ciò cui ho appena detto e arrossisco di botto, sprofondando nell'imbarazzo più totale.

- Nathaniel... - mormora, ancora con quell'espressione stupida. Allunga una mano per sfiorarmi una guancia, ma mi sottraggo al suo tocco voltando la testa.

- Scusa, non so cosa mi è preso... - farfuglio a bassa voce, facendo per andarmene e rifugiarmi da qualche parte dove potermi insultare adeguatamente per la mia mancanza di autocontrollo.

Lui ride, abbracciandomi forte e stampandomi un bacio delicato fra i capelli.

- Hai ragione. Ho sempre avuto paura dell'abisso perché... be'... l'ignoto spaventa. Non ho coraggio sufficiente per buttarmi, dunque ti chiedo... lo farai con me? Mi darai la forza per non voltare il capo davanti alle difficoltà? - è così serio e dolce, e il mio cuore perde l'ennesimo battito davanti ai suoi occhi neri che mi scrutano l'anima e al suo sorriso leggero, troppo poco presente su quel viso che tanto amo.

- Per te qualsiasi cosa - rispondo con orgoglio, la vittoria che si prospetta imminente, a un passo da noi. Allungo una mano e le nostre dita si intrecciano, mentre il fragile fiore dell'amore fiorisce come ciliegi in primavera, avviluppato dolcemente tra le catene.

"Perché nell'abisso io ho visto la vita brillare, e se c'è vita c'è speranza"

-

Note dell'autrice:
-7! Ah, sono letteralmente stravolta, forse perché ho il raffreddore e in questi giorni sono andata a dormire tardi... magari dopo aggiorno l'altra fanfiction, magari. Ora faccio pausa, un bacio

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